Il 9 maggio Pickett, prendendo spunto da una ricerca, lanciò una riflessione sulla Sinistra, titolando l’articolo: I “desiderata” del confuso popolo della Sinistra.

Vorrei a distanza di qualche giorno contribuire alla riflessione con qualche mio personalissimo pensiero. Rileggendo il titolo dell’articolo di Pickett, rilevo che il popolo della Sinistra è confuso. Questa affermazione mi riporta  a quanto scrisse Bertolt Brecht a proposito del popolo che produce risultati elettorali che non soddisfano: “Non sarebbe più semplice, allora, che il governo sciogliesse il popolo e ne eleggesse un altro?”.

In Democrazia il popolo è sovrano, è dal popolo che scaturisce tutto l’ordinamento democratico, ivi compreso il corpo delle regole contenuto nella Costituzione. Ammesso che il popolo della Sinistra sia confuso, prima di indagare sulle specificità della confusione di detto popolo, sarebbe opportuno indagare su chi ha provocato quella confusione.

Nell’articolo citato c’è un passaggio che merita di essere commentato: “… La ricerca è stata sviluppata sul presupposto di cercare di capire come mai la Sinistra, non solo italiana ma anche europea, non abbia saputo intercettare il malessere crescente nelle varie comunità dei suoi elettori, soprattutto nelle zone più povere dei vari paesi…”.

In questa frase c’è un non detto che crea confusione e sposta il ragionamento su un terreno improprio. Ci si chiede come mai la Sinistra non abbia saputo intercettare il malessere crescente delle comunità dei suoi elettori. Questa domanda non va posta alla Sinistra ma a chi si è candidato in rappresentanza della Sinistra. La Sinistra non è un partito, è un modo di essere per cultura, valori, principi, storia personale. Possiamo affermare che la Sinistra è una filosofia di vita orientata al progresso, alle innovazioni.

Inoltre, va ricordato che non esiste una sola Sinistra. Nella Storia d‘Italia, dall’unità ad oggi, si ricordano: Il Connubio, il centro sinistra di Rattazzi con il centro destra di Cavour, la sinistra storica, Depretis con i mazziniani-garibaldini: Cairoli, Crispi, Nicotera, Zanardelli. Fu l’origine del trasformismo. La sinistra liberale (quasi un ossimoro). La nuova sinistra che era l’insieme dei movimenti e dei gruppi sviluppatisi tra gli anni 60 e 70 del novecento in opposizione alla sinistra dominante del PCI. Per non parlare delle innumerevoli scissioni del PSI e quelle a sinistra del PCI che ancora oggi connotano una Sinistra plurale, non omogenea.

Molto altro ci sarebbe da dire sulla definizione Sinistra, ma ai fini di questa riflessione credo sia sufficiente poter affermare che la ricerca in questione, quando fa riferimento alla Sinistra che non intercetta gli elettori, intende riferirsi al PD.

Pickett ha una regola non scritta, che condivido, che vieta di parlare di partiti politici. Perciò arrivati a questo punto dovrei fermarmi. Provo a fare un passo in più cercando di non infrangere la regola. Dopo la seconda guerra mondiale la Sinistra fu rappresentata dal PCI ed era una rappresentanza essenzialmente di classe, la classe operaia. Anche il PSI rappresentava la Sinistra che potremmo definire riformista. La DC aveva una sua Sinistra interna che potremmo definire solidale. Poi c’erano i gruppi e movimenti della Nuova Sinistra definiti massimalisti rivoluzionari.

Questo a conferma che non è mai esistita e non esiste oggi una sola Sinistra e che le diverse sensibilità in essa presenti si dispongono e si dividono in funzione di una diversa e differenziata offerta politica. Ciò detto, per fare chiarezza nella confusione, la domanda corretta da porre in una ricerca dovrebbe essere: Chi e con quale programma si candida a rappresentare le diverse anime della sinistra o si candida a rappresentare quale di quelle tante anime.

A me sembra che stando alle evidenze dell’attualità politica, non è confuso il popolo della Sinistra ma chi ritiene  di voler rappresentare quel popolo formulando un’ offerta politica che non tiene conto delle istanze dei suoi elettori.

In 5 anni, 5 milioni di voti persi saranno un segnale forte e inequivocabile, o no?

Perciò dire che il popolo della Sinistra è confuso e/o ha sbagliato non è pertinente. Il popolo della Sinistra ha aderito ad altre offerte politiche ritenute più idonee a soddisfare le proprie necessità. Giusto, sbagliato? Il popolo non è sindacabile. La verità dei fatti, che può anche non piacere, è che l’offerta politica formulata da chi negli ultimi 5 anni ha dichiarato di voler rappresentare la Sinistra, non è piaciuta ed stata rigettata.

A questo punto bisognerebbe aprire un discorso sulla governance e sulla leadership. Mi limito ad osservare che se una base elettorale è composta da diverse anime portate più all’azione centrifuga che centripeta, è inevitabile tendere ad una vita di partito che non tenga conto solo delle istanze della parte maggioritaria, ma si impegni anche a valorizzare i segmenti minoritari e periferici.

Questo anche perché l’attuale rappresentanza del partito è interclassista e quindi non può operare a vantaggio di una parte trascurando l’altra o le altre. Qualunque organizzazione politica o non, guidata in una prospettiva maggioritaria, non ha margini per negoziazioni e compromessi.

Questo per un partito interclassista è una contraddizione in termini.

La vecchia DC docet. Senza nessun rimpianto.

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