C’era una volta il sindacato e le conquiste sindacali:
lo statuto dei lavoratori
l’adeguamento dei salari al costo della vita ( scala mobile )
l’articolo 18
il diritto alle pause
il diritto alle sostituzioni per andare a fare pipì perché l’esigenza fisiologica non arriva a comando
Il diritto a riunirsi in assemblea
la rappresentanza sindacale in azienda
la sicurezza sul posto di lavoro
E molte altre tutele e diritti.
Sono stati necessari più di cento anni per ottenere questi diritti, sono stati necessari più di cento anni per sconfiggere i caporali che andavano sulle piazze
a scegliere le braccia da portare nei campi a zappare la terra.
Tutto questo e altro che sarebbe troppo lungo elencare è sparito, non esiste più.
Oggi quelle piazze sono lo spazio digitale dove i nuovi caporali esercitano il loro potere incontrollato.
Il sindacato è morto, i corpi intermedi sono feriti gravemente. Sembrerebbe che il mondo del lavoro sia condannato ai lavoretti e il conflitto datore di lavoro-lavoratore sia stato vinto a mani basse dal datore di lavoro.
In Lombardia su 890.130 aziende solo 799 hanno più di 250 dipendenti. Di fronte a questa realtà è difficile parlare di contratti nazionali di lavoro.
Quali assemblee puoi convocare? Con chi? I consigli di fabbrica sono quasi del tutto scomparsi. Siamo alla frantumazione, atomizzazione, individualizzazione.
Nel XXI secolo il lavoratore è solo con il suo lavoretto e le aziende turbo capitaliste prosperano perché la lotta di classe è stata sconfitta, annientata, evaporata.
La storia secolare delle lotte dei lavoratori insegna che il mondo del lavoro subordinato non si arrende.
Iniziano le prime proteste, le prime vertenze contro impersonali applicazioni funzionanti come aziende programmate da algoritmi.
Gli sfruttati della logistica cominciano a riunirsi e qualcuno minaccia denunce, contro le piattaforme, per “intermediazione illecita di mano d’opera”.
6 fattorini torinesi hanno fatto causa a Foodora per essere riconosciuti come dipendenti. Per ora hanno perso, ma non demordono e in futuro le cose potrebbero cambiare.
A Londra gli autisti di Uber hanno vinto anche in appello ed è un riconoscimento che potrebbe estendersi.
In Austria i fattorini di Foodora hanno dato vita ad un sindacato.
In Danimarca il sindacato 3F ha firmato il primo contratto collettivo con una piattaforma di pulizie.
Non penso che i RIDER puntino al posto fisso, ambiscono a tutele e diritti, come:
sicurezza
paga minima
indennità di maltempo
concorso alla manutenzione della bici e/o del motorino
abolizione del Rating ovvero la valutazione automatica che fornisce il software in base a quanto corri
no a ritorsioni contro eventuali proteste
più altre rivendicazioni che certamente sorgeranno con il passare del tempo e l’evoluzione dei lavoretti.
La lotta di classe non scomparirà perché l’opposizione uguaglianza-disuguaglianza è un fantasma sempre presente nelle nostre società.
I Rider di oggi che non sono solo giovani, perché l’affermazione sono solo ragazzi che si guadagnano la paghetta è falsa e chi la sostiene lo fa per mettersi a posto la coscienza, escogiteranno altre forme di lotta e alla fine, come avvenne per i loro nonni e i loro padri e madri, conquisteranno quelle tutele e quei diritti che oggi sono negati.
In questa rivoluzione del mondo del lavoro, l’assenza dello Stato non è commentabile.
Uno Stato degno di questo nome non può stare a guardare.

Comments (1)
  1. Giovanni (reply)

    1 Maggio 2018 at 0:17

    E su questi temi i politici, tutti, vuoi per ignoranza vuoi per mero calcolo lelettorale ….non esprimono che un vuoto pneumatico……e poi non lamentiamoci se il paese è in mano al populismo…..

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