Per non dimenticare. Perché non si ripeta mai più. Perché tutti, ribadiamo tutti, la vivano come una tragica vergogna dell’umanità intera.

Una tragedia che deve rimanere un monito per sempre contro gli istinti più bestiali e violenti della natura umana. Quegli istinti che, come l’attualità periodicamente ci dimostra, sono difficili da arginare, comprimere, sedare, debellare o annullare. Ma è proprio per questo che dobbiamo cercare di distruggerli, anche e soprattutto dal punto di vista educativo.

La Giornata della Memoria è nata, e ogni anno ce lo ricorda, proprio con l’obiettivo di avere e di dare questa speranza: che da questa tragedia immane rinasca negli esseri umani il desiderio, la volontà, l’impegno che non accada più, mai più!

In questo ambito, Pickett vuole socializzarvi una iniziativa di un vecchio amico del nostro Blog, Marco Benadì, figlio di un imprenditore di idee liberali, l’indimenticabile Alberto.

L’idea di Benadì Junior è stata proprio quella di voler sottolineare l’importanza della memoria storica.

Vi segnalo il link al suo prodotto audiovisivo che, in una sintesi divulgativa ed efficace, ci lascia parole che diventano pietre incancellabili di etica e di responsabilità civile.

Una bella e stimolante testimonianza, da un lato, di un figlio nei confronti del ricordo del proprio padre e, dall’altro, di un giovane padre nei confronti dei propri figli. Una testimonianza che vuole che il fil rouge non si spezzi e continui ad infiammare le anime, i cuori e le passioni non solo dei membri della famiglia Benadì, ma di tutti noi.

Comments (2)
  1. Daniela Trunfio (reply)

    25 Gennaio 2019 at 17:42

    Grazie a Marco Benadì per la riflessione per l’invito a non tralasciare nulla della nostra storia e a non trascurare nessun segnale pericoloso nel nostro presente per il futuro dei tutti i figli

  2. Mauro (reply)

    28 Gennaio 2019 at 12:36

    Quest’anno, la Giornata della Memoria sembra avere un impatto quasi più forte del solito.
    Credo che il clima che quasi repentinamente si è fatto pesante tutto attorno a noi, renda la memoria sempre più consapevole che ‘questo è stato’.
    Giorni fa sono stato coinvolto in un breve viaggio a Gerusalemme; e, sia pure nel breve tempo a disposizione, abbiamo dedicato qualche ora a visitare lo Yad Vashem. Tra l’altro, la mattina eravamo andati a Betlemme, e quindi in quella che è la Palestina, passando il muro di separazione. Grandi spasmi della storia.
    Come persone, umanamente ci sentiamo annichiliti, e inermi. Ma è sempre la storia – oltre all’intelligenza del cuore – a ricordare che è sempre possibile fare qualcosa, e così rovesciare le prospettive.
    Un invito per oggi è dare un’occhiata alle pagine del sito
    https://www.yadvashem.org/righteous/stories.html
    dove sono raccolte alcune delle storie dei ‘giusti tra le nazioni’, che hanno salvato uno o tanti dalla morte certa, esponendosi al rischio di condividerne il destino.
    Sono storie di gente di ogni origine, estrazione sociale, appartenenza religiosa, caratterizzate da scelte di relativa normalità, pur giocandosi per questo il tutto per tutto. Non dipendevano solo da grande cultura, o grande spiritualità, o grande pensiero. Solo una piccola ma incontenibile umanità.
    Facciamo allora memoria che, come dicono i Maestri di Israele “La polvere con cui è stato creato il primo uomo è stata raccolta in tutti i luoghi della terra”; e quindi è sempre possibile fare qualcosa. Di fronte alle difficoltà, alle tragedie, di altre persone, come noi.

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