Abbiamo ricevuto un contributo di un vecchio amico di Pickett, Stefano Mazzuccato, che si occupa della qualità della nostra vita.
Per poter dare il meglio di noi stessi, dobbiamo essere contenti: avere una qualità della vita e una salute che ci consentano di valorizzare al meglio le nostre qualità professionali e umane. Leggetelo con attenzione, potrebbe esservi utile per migliorare il vostro umore e la qualità delle vostre giornate.

Movimento, riposo, alimentazione… spesso mi chiedono quale sia la ricetta del Benessere e questa è la mia risposta.
Quelli che considero i “Pilastri del Benessere”, tutti di eguale importanza, l’uno correlato all’altro, con stretti rapporti di dipendenza, si influenzano al punto da non poterli considerare ed analizzare singolarmente.
Per movimento intendo qualsiasi forma di attività fisica, vissuta in maniera libera oppure organizzata e strutturata, in ciò che viene comunemente denominato “allenamento”. Se è vero che muoversi è meglio che rimanere a casa spaparanzati sul divano, bisogna altresì ricordare che la scienza è stata sufficientemente chiara nell’esprimere alcune certezze. Una fra tutte è legata al concetto di fatica. Muoversi fa bene, ed è altrettanto vero che l’unico modo per creare condizionamento fisico e determinare una modificazione sostanziale al corpo umano è attraverso la fatica. L’esercizio fisico dovrà creare uno stress tale da indurre il corpo a modificarsi per rispondere a quello stress e superarlo. Da qui i miglioramenti a seguito di attività fisica. Se voglio ottenere un risultato dovrò quindi combattere contro quel nemico fisico e psicologico chiamato stanchezza. E prima che fisico è psicologico, infatti la mente ci protegge dalla fatica facendo scattare diversi allarmi proprio per tenercene lontani. Siamo generalmente conservativi e per questo, molto prima che il corpo ceda, la mente ci impedisce di continuare sulla strada della fatica, del consumo energetico, dello stress muscolare. Ma non abbiamo altra possibilità… o almeno questo è quello che ad oggi la scienza ci dice. Senza fatica non creo stimolo sufficiente a determinare un miglioramento. Movimento per creare miglioramento. La fatica per ottenerlo è il costo che ciascuno di noi deve pagare se vuole raggiungere l’ambito traguardo del benessere. E non potrà essere un pagamento “una tantum”, non basterà una seduta di allenamento a consolidare i miglioramenti ottenuti attraverso una considerevole quantità di fatica. Al contrario dovrò sforzarmi di trasformare quel momento di attività in abitudine, routine, un circolo virtuoso di cui non potrò fare a meno, per tutta la vita.
A seguito di movimento, dopo questa fase di catabolismo, cioè di distruzione e consumo, l’ottenimento del benessere passa attraverso il riposo, la fase anabolica in cui il corpo umano ricostruisce, si rigenera, accresce le sue qualità e si potenzia.
Ma per riposare veramente non basta interrompere il movimento, diventa necessario vivere il sonno in tutte le sue fasi. E soprattutto il sonno profondo, la fase REM, l’unica che può realmente permettere al corpo di rigenerarsi pienamente. Conoscere il sonno, viverlo con coscienza, attribuendogli la giusta dignità, in una società che corre invece chissà dove e chissà perché, una società che predica il “chi si ferma è perduto”. Chi non riposa, non può muoversi, e se si muove lo fa male. Un ciclo del sonno ha durata 90 minuti, che si deve ripetere durante la notte, più volte. Per un corretto recupero servono 5 cicli. La regola è semplice, bisogna applicarla.
A fornire energia, il combustibile necessario per muoversi, sarà l’alimentazione. È imprescindibile regolare la propria abitudine ad alimentarsi non tanto quantitativamente ma qualitativamente. Dieta non come privazione e sofferenza, ma come consapevolezza del valore nutrizionale di ciò che introduciamo nel corpo, limitando il consumo di carboidrati per evitare l’aggressione dell’insulina, principale responsabile della composizione corporea, del peso non tanto come “numero” ma come rapporto tra massa magra e massa grassa. La scienza dell’alimentazione non si improvvisa, è frutto di studi che troppo spesso sono stati strumentalizzati, o peggio totalmente ignorati. Non mi dilungo sull’argomento, che necessita una trattazione ampia per poterne sviscerare le tematiche correlate, ma vi suggerisco il libro “Perché si diventa grassi (e come fare per evitarlo)”. Ribaltando le nostre credenze sull’alimentazione, l’americano Gary Taubes, con un linguaggio diretto, accessibile e alcuni consigli facili da seguire, demolisce le diete ipocaloriche e presenta un programma nutrizionale che si basa sulle più recenti scoperte scientifiche. Una lettura interessante che ha stimolato in me molteplici riflessioni. Non una Bibbia, scritta dal “santone” di turno, ma la presentazione di quanto la scienza è riuscita a dimostrare fino ad oggi.
Nessuna certezza per il “Triangolo del Benessere”, nessun dogma infallibile…si tratta di comportamenti virtuosi che ciascuno di noi può far propri per verificare in prima persona se siano realmente la chiave per stare bene.

Stefano Mazzuccato

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