L’immagine è scioccante. Quasi surreale. La visione ti fa migrare da un primo momento di incredulità ad un secondo momento di sgomento. Siamo a Roma, in Via del Nazzareno: è stata convocata per le 15 di ieri la direzione del partito. L’ordine del giorno è estremamente importante: si analizzano i risultati della sconfitta elettorale, il segretario ha dato le dimissioni, bisogna condividere il percorso fino alla sua sostituzione. Insomma una delle direzioni del PD più importanti degli ultimi anni. Ebbene, cosa succede? Il fotografo si “piazza” dietro il tavolo della presidenza, in un angolo della sala e così può, con i suoi scatti, fornire la fotografia dei presenti in sala. Ne viene fuori la fotografia che noi tutti abbiamo potuto vedere questa mattina. Salvo alcuni “superstiti” del rispetto e dell’attenzione verso gli altri, la maggior parte dei membri della direzione ha gli occhi chini verso il basso, verso il proprio smartphone. Ognuno, evidentemente, si occupa degli affari suoi. Sta parlando  Martina, il vice segretario che si intravede sulla destra della fotografia, ma la gran parte dei presenti non lo degna neanche di uno sguardo. E, lo ripetiamo, si sta svolgendo una delle direzioni politiche più rilevanti nella storia della vita del Partito Democratico. E, per favore, non incominciamo a dirci che questa triste rappresentazione delle nostre disattenzioni e mancanze di rispetto verso gli altri è tipica della politica che ormai ha fallito il suo ruolo di guida. La foto, purtroppo per noi tutti, rappresenta un triste affresco della nostra quotidianità. Quante volte ci capita di partecipare a riunioni in cui l’oratore sembra che “blateri” nel deserto davanti a una serie di presunti ascoltatori che invece si occupano di smanettare sul proprio telefonino. E, badate bene, ci capita quando siamo gli speaker ma anche quando, ahinoi, siamo gli ascoltatori “distratti”! E’ diventata ormai un’abitudine inaccettabile che ci fa perdere completamente non solo i contatti e le relazioni con gli altri, ma anche i principi fondanti della nostra educazione civica e privata.

Quando si parla della crisi dei partiti e si invoca, come ha fatto un “giovane” novantenne l’altra sera da Fazio, l’ancora brillante Ciriaco De Mita, il ritorno al Pensiero, con la P maiuscola, crediamo che si invochi il ritorno a degli approfondimenti, a delle visioni che escano dalla pura gestione della quotidianità, ma siano rivolti ad immaginare il futuro.

Per fare questo però bisogna partire dalla capacità di ascolto. Come Pickett ha scritto soltanto ieri a proposito di Steve Bannon e dei pericoli della sottovalutazione del suo movimento, il cuore della rinascita è proprio quello di ripartire dall’ascolto delle opinioni degli altri, dall’analisi delle stesse e da un Pensiero, che si proietti verso la società in cui vorremmo vivere nei prossimi anni. Un Pensiero che necessita di tempo, di letture, di ascolti e certo, di talento visionario.

Ma ascolto, cari amici, vuol dire concentrarsi su quello che il nostro interlocutore ci sta dicendo e non far finta di sentirlo smanettando sui nostri device.

L’immagine della direzione del PD speriamo possa rappresentare il punto più basso di un deserto di relazioni umane e professionali che ci ha condotto al caos che stiamo vivendo non solo in Italia.

Comments (3)
  1. Alberto Contri (reply)

    13 Marzo 2018 at 15:19

    Concordo con la stigmatizzazione di un comportamento diffuso: partecipi a una riunione, vai ad un colloquio e i tuoi interlocutori sono continuamente distratti da telefonate, invii di posta e altro. In questo caso però c’è un’attenuante:le riunione stessa era una farsa. Il Segretario non si è nemmeno presentato, la relazione era un montaggio di frasi banali e generiche, non è stata fatta alcuna analisi degna di questo nome, e soprattutto non era ammessa alcuna discussione. Logico quindi che gli astanti, presenti per onor di firma, si facessero gli affari loro . Hanno semplicemente occupato meglio il loro tempo di cui nè il segretario nè il vicesegretario hanno avuto alcun rispetto.

  2. Vittorio Musso (reply)

    13 Marzo 2018 at 15:36

    il grande problema è che succede anche a scuola, dalle elementari in poi

  3. Gabriele Basile (reply)

    13 Marzo 2018 at 17:36

    Caro Riccardo, concordo con te.
    Guardando quell’immagine mi è venuto in mente un giorno di tanti anni fa in cui uscendo dal liceo, di destra, mi sono trovato in uno scontro con un gruppo del Mamiani di Roma, di sinistra. Qualcuno si è messo anche a sparare, come alle volte capitava.
    Siamo passati da un eccesso all’altro, da sparare per difendere un ideologia, ad “annoiarsi” in una riunione chiave di un partito importante.
    Forse dovremmo ricominciare sostituendo le ideologie, ormai dimenticate, con il rispetto di chi rappresentiamo e con dei programmi seri. In mancanza di questi due elementi, una volta sepolte le ideologie, non potremo far altro che continuare a vedere foto come questa, oggettivamente deprimente.

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