Pickett si è emozionato. Per questo ha deciso di girarvi il video che potrete vedere al termine di questo articolo. A voi, ovviamente, la decisione di provare la stessa o altre emozioni guardandolo.
Qualcuno mi ha fatto la battuta: “Bellissimo, emozionante … proprio perché si vede l’Italia e non gli italiani!”

Non credo che sia così, ma la provocazione non nasce dal nulla. Nonostante questa straordinaria fortuna che abbiamo ereditato senza alcun merito, non riusciamo a valorizzarla, a farla diventare il nostro petrolio.
Anzi sembra quasi che facciamo a gara per contaminarla negativamente. Un ecosistema perfetto, invidiato da tutti. Talenti individuali unici con riconoscimenti in tutto il mondo. Un senso della generosità raro che si manifesta soprattutto di fronte a catastrofi naturali che colpiscono “altri” come noi.
Eppure … eppure una quasi totale assenza di senso dello Stato, di voglia di fare sistema, di orgoglio di ragionare con il plurale Noi e non con il singolare Io.
Un caso che sarà studiato nelle università di tutto il mondo. Incomprensibile o, purtroppo, comprensibilissimo studiando la nostra storia fin dal tempo dei Comuni. Siamo diventati una nazione, relativamente da poco tempo, grazie all’iniziativa di pochi visionari coraggiosi: tutti gli altri fanno ancora fatica a metabolizzarne il senso e l’opportunità. Abbiamo un grande e finto alibi: una classe politica che ci governa male. Come se quella classe politica non fosse costituita da alcuni di Noi ma da dei marziani provenienti dalla Luna.
Pickett si augura che ciascuno di voi, ritrovandoci in questo quadro disperante, faccia circolare questo video. Che almeno possa servire come frustrata per mostrarci lo spreco che stiamo vivendo.
Facciamo dunque meno i cinici, commuoviamoci un po’ di più per questo paese che meriterebbe davvero di essere supportato dai suoi abitanti. Non saccheggiato o contrastato!
E ora, prima che la deriva diventi irreversibile, dimostriamoci davvero italiani con l’orgoglio e il dovere di esserlo e dimostrarlo nei comportamenti.
Carlo Cottarelli, il nostro Primo Ministro incaricato per quattro giorni, nella sua cronaca di quelle convulse giornate apparsa sul quotidiano La Stampa scrive, a proposito della chiusura della sua esperienza “mai-governativa”: “Lascio Roma venerdì mattina dopo una notte di sonno sereno. Parto per Trento dove è prevista la presentazione del mio ultimo libro al Festival dell’Economia. La giornata è tersa e volando sopra l’Italia mi commuovo guardando quanto è bella. Se solo litigassimo di meno … !”
Grazie professore: grazie per questa emozione e anche per il lavoro che hai fatto la scorsa settimana.

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