Caro Pickett
leggendo l’articolo su “cosa dovrebbe fare la Sinistra” ho sottolineato le parti che più mi stavano colpendo.
Mi sono soffermato molto sulla frase:

“Penso che la sinistra, senza vergogna debba riappropriarsi della bandiera dell’uguaglianza declinandola nell’attualità delle innovazioni tecnologiche”

È fondamentale anche se non basterà. Ma almeno partiamo da questo.

Pensate se avessimo già la fusione nucleare controllata di cui si parla da mezzo secolo?! Quella della fusione di due atomi di idrogeno per farne uno di elio, tanto per capirci. Quello che avviene nel sole, con la possibilità di controllarlo sulla terra.

In termini micro: quanta gente non sarebbe al freddo d’inverno perché l’energia elettrica costerebbe poco.

In termini macro: pensate alla riduzione dei disastri degli effetti del cambiamento climatico per l’innalzamento delle temperature del pianeta dovuto all’effetto serra. Carestie eliminate. Epidemie sotto controllo. Ricerca scientifica che procederebbe più spedita. Morti in meno. Vita in più.
Dal 1980 al Sermig è nata la Re.Te. restituzione tecnologica – con la volontà nel “micro” di dare un contributo proprio in questa direzione. Si fa sviluppo togliendo le cause del sottosviluppo ed una di queste passa proprio per l’innovazione tecnologica di settori lasciati ai margini e dell’intera società a cui mancano tasselli importanti per dare risposte all’uomo di oggi.

Quando nel 1980 abbiamo iniziato la Re.Te. non pensavamo solo ad un ennesimo modo di solidarizzare con i più poveri, bensì al cambiamento strutturale più importante. Quello che fa fare veri balzi all’umanità.

Quanti balzi ha fatto l’umanità con le invenzioni?! Forse sono stati i balzi più significativi dall’uso del fuoco in avanti.

Certo non basta… ma incominciamo a guardare bene questo argomento. A non demonizzarlo in primis. Ad appassionarci e a farlo vivere nella nostra testa nel quotidiano.

Pensate a quanto è diffusa la convinzione che lo sviluppo tecnico nuocia all’uomo!!! Pensate a tutta la cultura del cibo biologico. Al terrore dell’atomo e della genetica.

A problemi che determinate tecnologie generano, non ci va il ritorno al “pascolo bucolico”: ci va più tecnologia. Non meno tecnologia!

In questo ultimo anno alla Re.Te. nel poco che possiamo fare, a livello di solo volontariato, non costando nulla a nessuno stiamo portando avanti queste ricerche:
INIZIATIVE ReTe. (Restituzione Tecnologia) 2018

  1. Prototipazione di frigoriferi e congelatori, recuperi tra lo scarto RAEE, alimentati ad energia fotovoltaica per l’Africa e per dare lavoro in Italia.
  2. Realizzazione di depuratori ad osmosi inversa alimentati da energia solare
  3. Sperimentazione di sistemi di pompaggio solare per l’Africa a basso costo, senza l’uso di batterie.
  4. Realizzazione di un sistema acquaponico per coltivare ed allevare pesci con solo uso di energia solare.
  5. Costruzione di un’incubatrice solare per far schiudere 300 pulcini per volta per il Burkina Faso e altre località d’Africa
  6. Realizzazione dispositivi per illuminazione di località remote del terzo mondo utilizzanti energia fotovoltaica e nanotecnologia per garantire durata e prestazioni

Poco? Certo che è poco! Ma la gente che potete immaginarvi dietro questo elenco non la pensa allo stesso modo: li considera fondamentali per la propria sopravvivenza.

E dicevo all’inizio che non basterà per fare uguaglianza. Tutta questa nuova tecnologia è importante, fondamentale. Ma ci vorrà sempre e sempre di più umanizzazione nel nostro procedere.

E l’umanità ha la prerogativa assoluta e unica che è quella dell’amore! Quella che può far nuove tutte le cose tutti i giorni. Compresa la tecnologia, strumento (… strumento e non altro… non ideologia…! ) meraviglioso tra le nostre mani per espandere amore fino ai confini dell’universo.

Detto questo, come coltivare la capacità di amare ed espanderla a nuove forme?

Noi abbiamo inventato la parola “RESTITUZIONE”. Il non sentirci mai a posto con la coscienza ma con la possibilità di fare SUBITO qualcosa. Anche in campo tecnologico, e la nostra storia lo dimostra.

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