Pickett si concede per una volta una accelerazione affettiva. Un non rispetto del protocollo istituzionale.

L’occasione però è talmente importante che dopo 18 anni di rigoroso rispetto dei ruoli istituzionali, in queste ore, ci permettiamo un affettuoso “Tu” di stima e ringraziamento.

I mille delegati del partito cristiano-democratico tedesco hanno lavorato proprio in questi giorni per una storica missione: individuare il nuovo leader del partito dopo 18 anni di leadership di Angela Merkel nella CDU: la scelta è infine caduta su Annegret Kramp-Karrenbauer.

In questa occasione, con i migliori auguri alla sua sostituta, vogliamo tributare alla ex cancelliere tedesca i nostri ringraziamenti conditi con alcune riflessioni cripto-critiche.

Innanzitutto grazie per aver tenuto dritta la barra del timone nell’ultimo decennio, costellato da crisi economiche, da problematiche politiche e dall’insorgere di pericolose forme di violenza e protesta anti europea.

La linea dell’austerità voluta soprattutto da Berlino non ha portato a grandi risultati … anzi! a malcontento e malessere in molti paesi europei. Ma è facile dare giudizi “dopo”, a crisi conclusa o quasi conclusa. Dal 2008 in avanti era necessario stringere i cordoni della borsa e pretendere dagli stati membri dei comportamenti virtuosi, tali da resistere all’onda lunga di una crisi finanziaria nata negli Stati Uniti ed esportata “dolosamente” dagli americani in Europa.

Una austerità dunque di cui non possiamo essere grati alla Merkel e ai burocrati di Bruxelles, ma che dobbiamo considerare un passaggio probabilmente necessario per tenere insieme l’Unione Europea durante una crisi molto peggiore di quella storica del 1929.

Anche sull’atteggiamento tenuto da Bruxelles ma soprattutto da Berlino nei confronti della Grecia ci sono rimaste in mente alcune perplessità. Se la crisi greca fosse stata valutata subito nella sua delicatezza e risolta in un tempo molto breve, viste le cifre in gioco, in fondo non molto rilevanti, l’Europa avrebbe oggi meno sulla coscienza una politica troppo dura e penalizzante per un paese che aveva sicuramente le sue colpe, aveva indubbiamente truccato i bilanci ma che non meritava un trattamento così duro e repressivo. Soprattutto perché tale durezza ha fatto sì che la crisi greca sia durata tanto, troppo tempo, innescando, a sua volta, altri focolai di malessere in altri paesi dell’Unione Europea e attivando quell’effetto domino che ci ha portati ad una crisi globale del progetto europeo tale da metterne in dubbio addirittura la sua esistenza.

Una maggior lucidità ed efficienza nella risoluzione di quella crisi, avrebbe probabilmente portato un vantaggio sia ai greci sia agli europei.

Un grande Grazie invece Angela se lo merita tutto per averci tenuti insieme, a volte con strumenti come quelli utilizzati nel caso Grecia sopra citato, forse non condivisibili ma sicuramente mirati a far sopravvivere quel sogno nato sulla rocciosa isola di Ventotene durante la tragedia della II Guerra Mondiale.

Angela Merkel ha trascorso tutti i suoi 18 anni di leader indiscussa non solo del più grande paese dell’Unione Europea ma anche della stessa Unione Europea, mettendoci tutto il suo talento, tutta la sua determinazione, tutta la sua passione ed energia affinché tale progetto non venisse meno e continuasse a far sperare i cittadini del nostro continente di rimanere protagonisti nella sfida mondiale, sempre più cruenta, tra Stati Uniti, Russia e Cina.

Angela ha condotto la nave durante l’infuriare delle tempeste con la giusta determinazione di chi sa, perché ha studiato e ha imparato la storia del nostro continente, che soltanto uniti i paesi europei, soprattutto quelli grandi, possono evitare l’insorgere di nuovi conflitti tra di loro e possono di conseguenza essere competitivi per affrontare le grandi sfide economiche e sociali di questo terzo millennio.

Un Grazie infine perché nonostante la sua apparente fermezza e il suo rigoroso approccio ai problemi europei, quando ha dovuto scegliere il posto per rilassarsi, per ossigenarsi e sospendere le sue preoccupazioni, per passare insomma le sue vacanze, ha sempre scelto l’Italia come destinazione. Ha scelto il nostro paese e precisamente l’isola di Ischia perché in fondo, pur probabilmente non stimandoci come degli esempi di correttezza e conformità ai principi europei, ci ha sempre ammirati per la nostra creatività, per la nostra profonda cultura mirata a conservare la qualità della nostra vita, della nostra convivenza, dei nostri vizi gastronomici e dei nostri interessi letterari.

Se, a distanza di 6 mesi dal prossimo, fondamentale appuntamento elettorale per l’Europa, siamo ancora tutti insieme, seppur lamentandoci e criticando frequentemente l’attuale modello di governance europea, lo dobbiamo proprio a Lei, alla Sua cocciutaggine, alla Sua consapevolezza di aver preso in mano il bastone dell’eredità di Helmut Kohl e cioè di quella generazione di tedeschi che aveva voluto solennizzare a tutto il mondo il rifiuto di ogni forma di dittatura e di ogni forma di pensiero che volesse utilizzare lo strumento della guerra per governare la coesione dei popoli.

 

Grazie dunque cara Angela e scusa la “maleducazione” di questo breve e affettuoso omaggio alle tue grandi capacità di leader.

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