Well done Laura: Pickett si concede un’ineducata accelerazione lessicale nei confronti della nostra tanto discussa Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Ma quando ci vuole ci vuole! Grazie infatti agli stimoli e alla determinazione di Laura Boldrini è partita finalmente la sperimentazione al Liceo Visconti di Roma di un progetto mirato a formare i nostri studenti nella gestione virtuosa delle tecnologie del rutilante mondo della Rete.
Come sapete, Pickett si è battuto e si batte da tempo perché nelle nostre scuole si avvii finalmente un processo formativo che aiuti le nostre giovani generazioni a non subire soltanto l’affascinante bombardamento derivante dalla frequentazione di Internet ma che serva ad istruirli sul “come” gestire, valorizzandola, questa rivoluzione non soltanto digitale ma anche comportamentale.
Siamo stati testimoni di troppe drammatiche vittime delle nuove forme di violenza psicologica che nascono dalla Rete: dal bullismo alle fake news, dalle campagne di odio alle diffamazioni gratuite e immotivate. Bisognava fare qualcosa e intervenire soprattutto nell’ambito dei moduli di formazione nelle nostre scuole. Lo abbiamo scritto e ripetuto diverse volte fino a rischiare di diventare noiosi. Poi finalmente nei giorni scorsi, dopo un attento lavoro preparatorio, la buona notizia. Su iniziativa della Boldrini e del Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli è stato lanciato il progetto denominato “BastaBufale”, la prima sperimentazione di Educazione Civica Digitale nelle nostre scuole. Sono oltre quattro milioni gli studenti delle scuole medie e superiori del nostro Paese. Un target che ha un estremo bisogno di stimoli, istruzioni, metodi di lavoro per affrontare con lucidità e saggezza proattiva l’opportunità tecnologica offerta da Internet.
Il decalogo comportamentale redatto a seguito di un accordo nello scorso mese di maggio tra la Camera dei Deputati e il MIUR prevede una serie di punti fondanti che affrontano la materia e danno indicazioni ai nostri studenti (i nostri figli e i nostri nipoti) per reagire in maniera non passiva ma proattiva ai fenomeni originati dalla Rete che, come si legge nel documento ministeriale, possono “creare rischi per la società e diventare addirittura pericolosi per le persone”.
I tre principi fondanti del documento, in materia di fake news, sono i seguenti: (i) condividi solo le notizie che hai verificato; (ii) usa gli strumenti di Internet per verificare le notizie; (iii) chiedi le fonti e chiedi le prove. Insomma tre “Alert” che spingono e sollecitano i giovani frequentatori della Rete ad approfondire le fonti e la veridicità di tutto il bombardamento di informazioni che li assale in ogni minuto della loro giornata passata a scrutare, senza sosta, i propri device.
Il progetto prevede poi che siano proprio gli studenti a dare ulteriori suggerimenti o indicazioni per integrare e completare il decalogo ministeriale, in base alle loro esperienze e alle loro quotidiane frequentazioni nel mondo del web. Il tutto dovrebbe quindi essere costruito partendo “dal basso”, dall’esperienza raccontata dagli studenti dando vita via via a delle guide line che possano aiutare tutti i ragazzi ad interfacciarsi in modo virtuoso con Internet.
Come evidenziano i tre punti citati, si parte da una sollecitazione forte a fare attenzione a che cosa gira per la Rete. A cercare di verificarne sempre la fonte e la verità del contenuto diffuso. In altre parole a non credere in maniera acritica a tutto quello che circola nei vari motori di ricerca ma a verificare, di volta in volta, la veridicità dei contenuti diffusi. “Gli studenti non devono essere consumatori passivi di tecnologia – ha precisato la Ministra Fedeli riprendendo un vecchio concetto già espresso in diversi suoi interventi da Pickett – ma diventare produttori consapevoli di informazione e conoscenza. La scuola deve insegnare loro a far crescere queste competenze”. Non si può che sottoscrivere con entusiasmo tale dichiarazione pubblica del nostro Ministro.  L’importante è che ora la sperimentazione non si fermi nelle aule del Liceo Visconti di Roma e non si limiti a diventare una pura promessa mediatica per acquisire un consenso politico a breve.
E’ un primo passo importante, per non dire fondamentale, di un percorso di costruzione di un vero e proprio corso formativo, da adottare in tutte le scuole pubbliche e private del nostro Paese di Educazione Civica Digitale. Soltanto così possiamo sperare di fare davvero un salto di qualità nella valorizzazione di una rivoluzione comportamentale che in caso contrario ci porterebbe soltanto i danni che abbiamo conosciuto negli ultimi drammatici anni. Il compito degli organi di informazione e di tutti quelli che sono attenti a questo tema, sarà quello di monitorare e presidiare con attenzione e continuità questa sperimentazione: abbiamo bisogno tutti che diventi davvero un benchmark da allargare a tutto il sistema scolastico italiano.
Well done dunque Laura but … dont give up!

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