Pickett si è recentemente occupato dell’accordo tra Amazon e il comune di New York relativo alla realizzazione del secondo quartier generale della multinazionale americana di Seattle, a Long Island City, nel quartiere newyorkese del Queens, a fronte di un pacchetto di sgravi fiscali da 3 miliardi di dollari.

Avevamo sollevato perplessità su questo genere di accordi in quanto se, a breve, l’operazione poteva assumere un ruolo importante e innovativo nella creazione di posti di lavoro di qualità e ad alto reddito in certi territori, dall’altro indebitava fortemente le amministrazioni locali che si vedevano sottratto un importante gettito fiscale per i prossimi anni con rischi quindi di passività che sarebbero gravate sugli abitanti di quegli stessi territori con un aumento della tassazione.

Insomma, avevamo evidenziato il rischio che queste tipologie di accordi fossero di grande vantaggio per l’imprenditore privato e invece a saldo negativo per l’amministrazione pubblica.

Proprio in questi giorni la bomba è scoppiata in quanto dopo un aspro dibattito tra i due diversi approcci al problema, Amazon ha deciso di rinunciare all’investimento e la neodeputata democratica Ocasio-Cortez ha vinto la sua battaglia contro la diminuzione di un gettito fiscale fondamentale per il bilancio dell’amministrazione pubblica di New York.

Ricapitoliamo i passi principali di questa vicenda che potrebbe diventare un benchmark per altri paesi, compreso il nostro.

Tutto cominciò quando, oltre un anno fa, Amazon decise di raddoppiare il suo quartier generale di Seattle in un altro sito, sempre negli Stati Uniti, con una nuova sede da 50.000 posti di lavoro nuovi.

Iniziò una forsennata concorrenza fiscale tra i vari stati americani per aggiudicarsi questa importante opportunità non solo dal punto di vista occupazionale.

Il Governatore democratico dello stato di New York, Cuomo e il Sindaco De Blasio, condivisero un’offerta per Amazon che prevedeva 3 miliardi di dollari di sgravi sulle imposte locali a fronte di un investimento da parte della società di Bezos di 2 miliardi e mezzo di dollari. In sintesi, il beneficio occupazionale era generato dai contribuenti di New York che, a fronte di questa opportunità, si facevano carico di una maggior tassazione prospettica davvero non banale.

Ma l’operazione si è bloccata.

Il clamore suscitato sui media ha scatenato una reazione politica, una vera e propria insurrezione nell’ambito del partito democratico che, probabilmente, sta già lavorando in vista delle elezioni presidenziali del 2020. La giovane neo-deputata Alexandria Ocasio-Cortez ha pubblicamente denunciato l’operazione come un vero e proprio ricatto, una rapina per le finanze locali, un’estorsione ai danni dei contribuenti. La denuncia della giovane neo-deputata democratica ha messo in grande imbarazzo i suoi compagni di partito Cuomo e De Blasio e il progetto è finito in “stallo”.

A sbloccarlo ci ha pensato Bezos che ha rinunciato alla realizzazione del quartier generale newyorkese sostenendo che a rimetterci sarà quel 70% dei cittadini newyorkesi che sarebbe stato felice di poter avere “sotto casa” una grande opportunità di lavoro specializzato per i propri figli.

Quale sia stato il sondaggio a monte di questo consenso “a posteriori” degli abitanti di New York non è dato sapere: fatto sta che l’operazione è saltata e che Amazon ne ha addebitato il fallimento ai politici, miopi e soltanto desiderosi di condurre campagne demagogiche ai danni dei cittadini americani.

Un bel caso su cui riflettere tutti.

 

Comments (2)
  1. Maurizio Baiotti (reply)

    25 Febbraio 2019 at 10:25

    Vedasi anche le considerazione sugli effetti positivi ma soprattutto negativi dell’insediamento di Amazon a Seattle su Business Insider del 20 febbraio a firma Harrison Jacobs

  2. Silvio Musso (reply)

    25 Febbraio 2019 at 12:00

    Caro Riccardo
    Il tuo articolo l’ho inoltrato al tuo omonimo Riccardo Ruggeri, ideatore del concetto di ceo-capitalism, trovando in questa vicenda un’evidenza dell’approccio portato avanti da queste realtà planetarie che, senza voler demonizzare chi comunque ha contribuito alla crescita di nuove professionalità e migliorato l’efficienza dei servizi, stanno però ormai portando effetti distorsivi sul mercato e sulle persone a causa del loro incontrollato potere.
    Un caro saluto
    Silvio

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