In Sudafrica si è svolta una tappa importate del Grande Gioco che stiamo seguendo su L’Incontro ormai da quasi due anni.

Al Centro Congressi di Sandton, un sobborgo a nord di Johannesburg, nella tanto attesa riunione fisica dei membri dei Brics (unico, in collegamento da remoto, Vladimir Putin: per evitare l’arresto!), sono accadute parecchie cose, apparentemente a favore del piano strategico del leader cinese Xi Jinping ( i Brics devono diventare l’alternativa mondiale del G7 degli occidentali), nella realtà molto meno, in un contesto più controverso, complicato, confuso per il futuro delle nuove geo-mappe del mondo post-crisi ucraina.

Proviamo a riassumere cosa è successo a Johannesburg, al di là dei comunicati stampa finali che hanno ovviamente sottolineato il successo del summit e lo sviluppo di un progetto di allargamento della compagine ad altri stati.

  1. Innanzitutto Putin non è solo, né isolato, né emarginato da tutto il mondo.

I Brics, nati tra l’altro da una sua idea, continuano, nella complessità della situazione ucraina, a tenere aperti i  microfoni, a parlargli, a chiudere con lui accordi economici anche attraverso triangolazioni che consentono a Mosca di superare le sanzioni economiche degli occidentali. Dunque anche questa riunione in Sudafrica ha confermato che il leader russo gode ancora di importanti amicizie nel mondo, amicizie imbarazzate e convinte di dover puntare comunque ad una pace nell’area ucraina.

  1. L’attuale compagine dei Brics è formata da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica: l’acronimo dovrà essere modificato in quanto a Johannesburg sono stati accolti i nuovi partner. Argentina, Arabia Saudita, Emirati, Egitto, Etiopia e Iran. I Brics che diventeranno dunque dal 1° gennaio 2024, 11. Xi Jinping ha “messo subito il cappello” su questo successo del progetto testimoniato da adesioni importanti dal punto di vista strategico come quella dell’Arabia Saudita del novello Talleyrand, Mohammed bin Salman e degli Emirati Arabi Uniti.

Per certi versi clamorosa  l’adesione dell’Iran poiché si tratta di un paese nella lista nera degli occidentali, con mille problemi diplomatici con mezzo mondo. Quello che è certo è che i nuovi Brics avranno sempre un cifra alternativa a quella del G7 e nel breve sarà importante vedere come funzionerà la relazione, anche personale, tra Xi Jinping e Putin da una parte e il Presidente indiano Modi e il Primo Ministro saudita MbS dall’altra. Quello che è certo è che India e Arabia dovranno avere un ruolo importante all’interno della governance di questo partenariato e bisognerà verificare il “come” Mosca e Pechino saranno disponibili a concederglielo.

  1. La fotografia dei partecipanti al nuovo Brics è indubbiamente impressionante. Oggi gli 11 membri presentano 33 mila miliardi di dollari di Pil, pari a circa il 36% del globale: 2/3 di quanto rappresenta il G7 (45 mila miliardi di dollari). Ancora superiore il peso dei Brics in termini di popolazione rappresentata: oggi fanno parte di questa organizzazione 3.700  miliardi di cittadini, pari al 47% della popolazione mondiale. I nuovi entrati non hanno portato un contributo rilevante in termini di transazioni economiche, ma indubbiamente hanno dato un segnale a tutto il mondo di voler rappresentare una alternativa concreta alle organizzazioni sovranazionali degli occidentali. Discorso a parte va fatto sull’energia: prima dell’entrata dei sei nuovi stati, i Brics detenevano il 20% del petrolio estratto e commercializzato nel mondo. Ora con l’ingresso dell’Arabia, degli Emirati e dell’Iran il peso dei Brics è salito al 42%, quindi quasi al 50% del petrolio che gira nel mondo.
  2. Mentre procede anche se a rilento il progetto della banca di sviluppo dei paesi aderenti al Brics (l’alternativa alla Banca Mondiale) è stato per ora accantonato o sospeso il progetto spinto soprattutto dal presidente brasiliano Lula, di de-dollarizzazione e cioè di accelerazione del  processo per l’individuazione di una valuta mondiale alternativa al dollaro. Il comunicato stampa finale della tre giorni in Sudafrica ha comunque sottolineato l’invito a tutti i paesi membri del Brics di spingere l’utilizzo delle proprie  valute, abbandonando gradualmente la moneta americana. Dal 1° gennaio 2024, quando cioè diventerà esecutiva la nuova struttura a 11, sarà necessario rivisitare la governance e, come dicevamo, sarà importante capire il peso di Modi e MbS rispetto a Cina, Russia e anche Iran. Saremo comunque di fronte ad una organizzazione che punterà al multilateralismo inclusivo a differenza delle “piccole cerchie”, come le ha definite Xi Jinping, riferendosi al G7 e alle altre organizzazioni occidentali.
  3. E adesso? Sarà interessante fin dal prossimo vertice del G20 che si terrà in questo secondo semestre del 2023 in India, valutare la strategia e le condotte del presidente indiano Modi.

Potrebbe diventare lui l’ago della bilancia per uno scontro o per un confronto tra il G7 e i Brics. L’ultimo bilaterale programmato tra Pechino e Nuova Delhi è saltato anche se i protagonisti hanno voluto sottolineare che è stato soltanto rinviato.

Certo, sarà fondamentale capire dal tipo di relazione che si sta costruendo tra due storici nemici come la Cina e l’India (sono ancora formalmente in guerra sui confini himalayani) il futuro delle geo-mappe  mondiali.

  1. Gli americani tendono a snobbare l’importanza del summit sudafricano e delle possibili implementazioni del progetto dei Brics: “E’ una organizzazione composta da stati troppo diversi e disomogenei per immaginare che possa diventare un problema per il futuro – ha detto l’autorevole politologo americano Bremmer – Stiamo sviluppando una serie di ragionamenti con gli indiani e con i sauditi mirati proprio a consolidare delle buone relazioni tra i nostri paesi, non certo a degli scontri né commerciali né, soprattutto, militari”.

Il comunicato finale del summit sudafricano non ha più fatto cenno al “rispetto della sovranità e dell’integrità dei singoli stati del mondo”: ha soltanto sottolineato “l’importanza di una pace mondiale da raggiungersi attraverso il dialogo”.

Nel lessico diplomatico, bisogna sempre valutare il peso delle parole e anche delle omissioni: dovremo quindi verificare cosa abbia significato questa modifica di impostazione del messaggio finale dei Brics.

L’appuntamento è dunque a New Delhi a settembre, dopo di che ci sarà nel 2024 il prossimo summit dei Brics a Brasilia.

Dovremmo seguire con grande attenzione sia gli esiti del prossimo G20 indiano, sia dei prossimi tre vertici dei Brics che potrebbero annunciare ulteriori adesioni.

Insomma, l’affascinante ma anche inquietante Grande Gioco continua …

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