Degli umani che sottraggono posti di lavoro ai robot? La notizia è sorprendente, quasi ai limiti della credibilità. E’ come la famosa battuta dell’uomo che ha morsicato un cane! Eppure uno dei paradossi che stiamo quotidianamente scoprendo “dentro” le pieghe della rivoluzione causata dall’avvento della Intelligenza Artificiale, è anche questo: può accadere proprio quanto sintetizzato nel titolo di questo contributo.

Siamo tutti angosciati dalla continua lettura di scenari futuri che ci riportano dati prospettici da incubo: il 30, 40% degli attuali occupati che nel giro di qualche lustro potrebbero perdere il posto di lavoro sostituiti da macchine intelligenti, meno costose, più produttive, non sindacalizzate.

In questo quadro terrorizzante, proprio in queste ore, si è diffusa una notizia incredibile. Da dubbio di fake news. Invece pare proprio vera e reale. Una start-up innovativa che proprio 10 anni fa aveva annunciato la scoperta e realizzazione di una nuova applicazione nel settore della messaggistica telefonica, è stata “pinzata” con le mani nel sacco. La scoperta riguardava la conversione dei messaggi lasciati nelle nostre segreterie telefoniche in testi scritti, utili da leggere, archiviare e magari rimandare a terzi. Ebbene, questa importante e utile innovazione nel mondo dei servizi collegati alle società di telecomunicazione non si basa, in realtà, come ampiamente pubblicizzato dai suoi promotori su un particolare algoritmo nuovo e rivoluzionario. Bensì su un banale sfruttamento di umani che trascrivono i testi registrati nelle segreterie telefoniche e, come degli amanuensi 4.0, li riproducono, a mano in testi scritti.

Una straordinaria rivoluzione che richiama alla mente i frati che nella silenziosa solitudine dei monasteri nel medioevo, a mano, copiavano i testi originali dei trattati permettendo così alle generazioni successive di poterne fruire.

Il modello di replicabilità insomma pre-Guttemberg!

La scoperta della “truffa” fa sorridere nonostante pare nasconda un ennesimo caso di sfruttamento di mano d’opera sotto pagata. L’episodio ci fa però sperare. Ci fa sentire, almeno una volta, più competitivi dei robot. Più affidabili e meno costosi di un algoritmo!

Una truffa insomma che ci ridà consapevolezza degli spazi di lavoro e dei ruoli che potremmo ancora, come esseri umani, sperare di ricoprire dando più garanzie dei robot.

Provare per credere.

 

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