Per ragioni anagrafiche ho visto nascere e proliferare il web; uno strumento sicuramente eccezionale, ma nei confronti del quale ho sempre avvertito una certa diffidenza, che spesso mi appariva immotivata. Ho quindi letto con grande interesse un recente articolo apparso su La Repubblica a firma Farad Manjoo che, in qualche modo, mi ha fatto capire il perché della mia diffidenza.

In sintesi l’Autore critica il web per le seguenti ragioni:

  1.  In primo luogo su Internet i commenti precedono i fatti; è normale che, prima di leggere i dettagli di una notizia, si abbia l’occasione di leggere pezzi di schiere di commentatori che tirano le loro conclusioni. Su internet ogni notizia ti arriva predigerita ed i lettori non sono mai costretti a scavare nella storia per farsi una loro idea. La predominanza del commento, spesso superficiale se non in mala fede, rispetto ai fatti che si riscontra online, appare come qualcosa di retrogrado. È proprio la sudditanza verso la massa, verso quello che le altre persone stanno dicendo della notizia più che la notizia stessa, che ci rende vulnerabili alla disinformazione.
  2.  La vita reale è lenta: ci vuole tempo per capire che cosa è successo e contestualizzarlo. La tecnologia è invece veloce, molto veloce: smartphone e social network ci forniscono notizie più in fretta della nostra capacità di elaborarle, e la speculazione e la disinformazione si inseriscono in questo spazio vuoto.
  3.  I problemi della nostra società si ingigantiscono appena entrano in contatto con il gregge dei social media che sono costruiti per premiare la velocità a discapito dell’approfondimento, le opinioni a discapito dei fatti e i propagandisti navigati a discapito di chi vuole analizzare una notizia in buona fede.

D’altro canto l’Autore rivaluta la carta stampata in quanto, pur leggendo notizie vecchie di un giorno, nell’intervallo di tempo fra il momento in cui i fatti si erano svolti e il momento in cui erano pubblicati, la notizia era stata accertata come vera e verificata attentamente. Sotto altro profilo vi è un benefico rallentamento del tempo; certo le notizie sono ancora tante, ma se le leggi una volta al giorno il mondo sembra controllato e comprensibile, non una massa indistinta di titoli su lockscreen di un telefonino.

La mia diffidenza nei confronti del web ha trovato una risposta.

D’altro canto ricordo bene quando, dopo avere comprato la Stampa al mattino, aspettavo con trepidazione Stampa Sera per vedere cosa diavolo era successo nel Mondo nel frattempo.

Per questa ragione nessuno mi tocchi il web, che peraltro cerco di utilizzare con un po’ di sale in zucca, abbinandolo alla lettura serale di un paio di quotidiani per fare il punto della situazione, approfondire le notizie di mio interesse e farmi una opinione.

Adesso che non devo più raccontare a mia figlia, per la millesima volta, la favola di Cenerentola (adesso si occupa di social), la lettura serale dei quotidiani è diventato uno dei momenti migliori della giornata.

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