Ci sono tre libri, freschi di stampa, che si occupano dei temi che ho approfondito in questa ricerca.
Massimo Cacciari e Natalino Irti nel “Elogio del Diritto” (La Nave di Teseo) descrivono come la complessità dell’oggi renda ancora più articolata quella relazione, già inquieta, tra Nomos e Dike, tra la norma e la giustizia.
Attorno a questo possibile conflitto tra il diritto che è tale perché giusto e il diritto che è tale per il solo fatto di essere sancito, si dipana uno dei temi centrali della scienza giuridica che i due autori ripercorrono.
Con la rivoluzione digitale questo problema è diventato di tragica attualità: come il diritto può gestire una rivoluzione che necessita, per evitare derive antidemocratiche, di norme e di principi moderni ed efficaci?
Il secondo volume “L’alba del nuovo tutto. Il futuro della realtà virtuale” (Il Saggiatore), scritto da Jaron Lanier descrive la dicotomia attorno cui ruota il futuro di internet tra la promessa originaria di una libertà senza confini e il rischio di un sistema pervasivo della sorveglianza totale.
Proprio quel termine “tutto” che compare nel titolo “allude – come ha scritto Luigi Manconi nella sua recensione dell’opera – alla capacità totalizzante del digitale, in grado di trasformarsi da mera struttura tecnologica in un ecosistema in cui siamo immersi senza averne la dovuta consapevolezza. Il digitale finisce così per essere l’orizzonte di senso in cui inscrivere le coordinate delle nostre vite. L’ossimoro della “realtà virtuale” descrive lo straniamento di ciascuno di noi, alle prese con una vita sempre più traslata nella dimensione immateriale e atemporale della Rete, con un’identità inchiodata a quella che Google, Facebook o qualche altro decida di assegnarci… La vicenda di Cambridge Analytica è un benchmark in materia: propaganda elettorale mirata secondo il profilo di potenziale elettore assegnato dall’algoritmo a ciascuno di noi, sulla base del nostro agire “virtuale”.
Il terzo saggio, dal titolo “Democrazia e Potere dei dati. Libertà, algoritmi, umanesimo digitale” (Baldini e Castoldi) è stato pubblicato da Antonello Soro, Garante … in regime di prorogatio della Privacy, con l’obiettivo manifesto di dipanare alcune aree grigie tra il rischio di essere sorvegliati con l’alibi della sicurezza nazionale e il dubbio se una libertà assoluta dentro il web sia poi un valore così non negoziabile.
Dalla sua esperienza di Garante per la Privacy, l’autore trae spunto per un’analisi sulla “Algorazia” e sul capitalismo della “sorveglianza” muovendosi tra fake news e giustizia privata esercitata dalle grandi piattaforme, tra “trojan” e processo sempre più mediatico, tra politica on-line e discriminazione degli algoritmi.
Luigi Manconi chiude così la sua recensione sui tre testi che ho appena citato: “Sullo sfondo si delinea, inquietante, l’ombra del mito, già weberiano, della calcolabilità quasi meccanicistica del diritto, che, come rilevano Cacciari e Irti, avrebbe perso il suo fondamento nell’antico logos. Sembra realizzarsi, infine, la previsione di una tecnica che finisce per apparire “l’ultimo Dio”, come scritto da Emanuele Severino”.
Insomma, a trent’anni data dalla scoperta di Tim Berners-Lee sono più le ombre delle luci.
Sta a noi tornare alle origini del web.
Sciogliere e disciplinare gli oligopoli, oggi apparentemente imbattibili.
Trovare un modello di governance sovra nazionale con delle regole di utilizzo di internet sottoposte ad un giudice efficiente e competente e con una previsione di sanzioni efficaci e applicabili, che servano anche da deterrente per i numerosi gaglioffi.
Un sogno?
Un’utopia?
Dipende da Noi e da quanta voglia, energia e talento vogliamo mettere sul tavolo per riportare l’Essere Umano al centro del sistema con le macchine, anche le più sofisticate, al suo servizio.
Allora internet ridiventerà davvero quella risorsa rivoluzionaria mirata ad aumentare le nostre conoscenze e a migliorare le nostre vite (di tutti, non solo di alcuni!) come aveva voluto e sognato il suo inventore.

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