Dove eravamo rimasti…, sfiorando presunzione e arroganza, riprendiamo il nostro dialogo, con le stesse parole che utilizzò Luigi Einaudi, alla ripresa della sua collaborazione con il Corriere della Sera dopo il ventennio di “ostracismo” fascista.

Utilizzò questo “incipit” anche Enzo Tortora quando, liberato dalle manette fisiche ma non psicologiche, poté riprendere il suo amato Portobello e ritornare alla libertà.

Come vi ho scritto, cari amici, gli ultimi sei mesi sono stati tutti dedicati all’avvio della nuova edizione on-line della storica rivista L’Incontro, fondata nel 1949 da Bruno Segre.

È stato un periodo intenso, complesso, stimolante e responsabilizzante.

La crisi generale dei media e del settore della editoria, il format on-line, il nuovo tipo di scrittura e di linguaggio imposti dai tempi della Rete, hanno costituito un cocktail molto difficile da metabolizzare.

Il riscontro è stato, però, sostanzialmente positivo: una certa comunità di autori e lettori si è costituita intorno a questa bandiera, inneggiante i valori storici di Giustizia e Libertà.

Due giornalisti professionisti guidano il progetto cercando di indirizzarlo in un mare tempestoso e affollatissimo come quello del web.

Abbiamo praterie di miglioramento davanti a noi, ma il progetto va avanti, i sostenitori ci permettono di avere un orizzonte temporale di sostenibilità di almeno un anno, Bruno Segre è contento e partecipa attivamente all’intrapresa, il numero degli autori aumenta di mese in mese.

Pickett, come vi avevo scritto, completata la prima fase dello start-up dell’Incontro, può tornare a casa sua, nel suo blog, con i suoi amici-lettori.

Al termine di ogni contributo vi segnalerà sempre, con un link, gli aggiornamenti sull’Incontro in modo da permettervi di seguirne lo sviluppo e di aiutarci in questa difficile ma emozionante impresa editoriale.

Riprendo dunque il nostro dialogo, sospeso dal marzo scorso.

Ci eravamo lasciati con il governo giallo-verde, la Juventus in testa al campionato, una instabilità politica internazionale molto delicata e pericolosa, i primi segnali di una recessione economica da non sottovalutare, la figura di Papa Bergoglio sempre più nelle prime pagine di tutta la stampa mondiale per il suo peculiare e anticonformista linguaggio e contenuto visionario.

In questi quasi sette mesi non è, ahìnoi, cambiato molto!

Certo, dopo un’estate tempestosa e ricca di colpi di scena, al governo giallo-verde si è sostituito un governo giallo-rosso che però, come possiamo constatare ogni giorno, fa fatica a produrre risultati soddisfacenti per gli italiani. La Juventus di Sarri ha riconquistato la testa della classifica e l’instabilità internazionale segna proprio in queste ore un pericolosissimo punto di svolta. Agli inizi del 2019 il “pericolo pubblico” sembrava il giovane e bizzarro Presidente della Nord Korea Kim: oggi Erdogan lo ha soppiantato, scaraventandoci tutti, di nuovo, nell’incubo di un conflitto più ampio.

I dati sulla recessione vengono purtroppo confermati e soprattutto la Germania, la principale cliente delle nostre PMI, ha consolidato un declino molto preoccupante.

Tutti, in Europa, guardano con attenzione questo strano e imprevisto laboratorio politico che la creatività di noi italiani ha messo in piedi a metà dell’agosto scorso. Il cocktail di un partito tradizionale come il PD mischiato ad un movimento neo-populista come quello dei Cinque Stelle potrebbe costituire un benchmark importante anche per altri paesi europei, preoccupati dall’onda crescente del malessere neo-populista.

Il paradosso è costituito dal fatto che questa nostra “italietta” tanto vituperata, contestata e ridicolizzata sia dai suoi abitanti…Noi!, sia dai suoi “vicini di casa”, potrebbe, se ne fossimo consapevoli, individuare una formula, replicabile anche in altri paesi, per coinvolgere la protesta neo-populista nella “stanza dei bottoni”, responsabilizzandola a governare, dentro l’Europa.

Una bella sfida, sicuramente complessa, ma non impossibile.

In questo contesto, Pickett continuerà a svolgere il suo ruolo: quello di essere il vostro watch-dog, con la speranza di trasferirvi sempre un pensiero autonomo e indipendente, a volte più stimolante, a volte meno, ma sempre finalizzato a farci “muovere” il cervello.

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