Si  meritava di più!

Ha trascorso la vita a scuotere le nostre coscienze.

A farci riemergere, magari anche per un solo istante, dal nostro miope materialismo egoistico.

Non aveva una ideologia.

Non si appiattiva mai dietro una bandiera, un simbolo, una conventicola, un partito … salvo quello Radicale.

E’ vero – disse in una intervista a Francesco Merlo – non credo nelle ideologie codificate. L’ideologia te la fai tu con quello che ti capita, anche a casa”.

Le sue battaglie furono innumerevoli, tutte pacifiche: è quasi impossibile elencarle tutte.

Ripensandole ora, le troviamo ancora modernissime e attuali, spesso visionarie, a volte ancora da combattere.

Potevi non condividerle ma non potevi non ascoltare la sua voce, anche nei suoi lunghissimi e, a volte, complessi e imperscrutabili monologhi, comunque “contro”.

La storia di questa testata è intrisa e profuma del suo pensiero.

La sinistra partitica che lo ha combattuto e respinto quasi sempre, oggi nel vuoto e nell’angoscia di non saper come riconquistarsi un ruolo e una posizione politica vincente in un mondo a rischio di derive populiste e fasciste, dovrebbe semplicemente aprire, o meglio riaprire, la sua “cassetta degli attrezzi” e mettere in fila gli argomenti.

Troverebbe l’agenda per ritornare a rivestire un ruolo di riferimento per le battaglie civili, per la difesa dei diritti individuali, per puntare ad una uguaglianza vera e voluta da tutti e per tutti.

Marco Pannella è morto cinque anni fa, il 19 maggio 2016, a 86 anni, con un corpo straziato da mille digiuni, da centinaia di pacchetti di Gitanes senza filtro, da una vita divorata sempre a mille all’ora.

L’anniversario della sua morte è passato quasi sotto silenzio.

Un peccato e una colpa.

Si meritava di più e ci avrebbe fatto bene parlare di lui, delle sue idee, delle sue battaglie.

Per me, anche non condividendo sempre il suo pensiero, Marco “Giacinto” Pannella è stato una specie di coscienza critica fondamentale in un Paese conservatore, tendenzialmente “bacia pile”, innamorato più della furbizia che della serietà.

Pannella è stato un uomo libero, in grado di lacerare il politically correct, sbattendoci in faccia le tragiche contraddizioni del mondo che ci siamo costruiti intorno.

Abbiamo il dovere e la responsabilità di ricordarle di più e meglio soprattutto ai giovani.

Senza troppa retorica e al netto di toni da “coccodrillo” del giorno dopo la morte (non gli piacerebbe, per nulla!).

Dobbiamo farlo con lucidità e rude franchezza critica ma anche con gratitudine, grande gratitudine civile e civica.

Il nostro Paese gli deve molto.

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