Buon ferragosto a tutti, cari amici – lettori indimenticabili.
Spero stiate seguendo i contributi di Pickett sulla rivista l’Incontro, il magazine che, con un gruppo di amici di Torino e Milano, abbiamo acquistato all’inizio di quest’anno dal suo fondatore Bruno Segre. All’età di 100 anni aveva infatti, comprensibilmente, deciso di chiuderlo. Abbiamo deciso di tenerlo in vita in quanto rappresenta la voce di un pensiero libero ed indipendente nell’oscurantismo di questa nostra attualità.
Ricordo… agli smemorati, il link per collegarsi quotidianamente all’Incontro e poter leggere dei contributi, magari con opinioni diverse dalle nostre, ma che comunque ci obbligano a ragionare e a confrontarci con tematiche di attualità, attraverso ragionamenti “più lunghi” e non semplicemente legati ai vincoli di Twitter o alla schiavitù di una propaganda politica ormai inaccettabile.
Eccovi il link: www.lincontro.news
Ma oggi torno a voi, oltre che per un affettuosissimo buon ferragosto, coniugato a una pausa proattiva, per segnalarvi un video che mi ha girato un caro amico veneto, il cui contenuto mi ha dapprima sorpreso, poi interessato, poi ancora affascinato e, alla fine, fatto molto pensare.
Non potevo quindi non socializzarvelo, sicuro che vi avrebbe, in ogni caso, scatenato qualcosa nel cervello e nel cuore.
Perché? Quali le ragioni di tanto entusiasmo?
Prendete i 13 minuti della narrazione che un noto professore di filosofia, Carlo Sini, dedica per rispondere a una domanda, apparentemente banale, di una sua studentessa al termine di una lezione su Protagora.
Una domanda, in realtà, basata su quello che sta diventando un pensiero dominante, che ci sta avviluppando e imprigionando tutti: basta, coi discorsi alti e filosofici! Abbiamo bisogno, noi ragazzi, di pragmatismo, di indicazioni concrete su come farcela a sopravvivere in questo mondo sempre più difficile e complesso.
Il professor Sini, con una narrazione divulgativa, accattivante, ma molto chiara e determinata sui valori di riferimento, parte proprio dalla constatazione, implicita nella domanda della studentessa, che ormai ogni discorso di natura filosofica viene considerato bello ma inutile. Forse, alla meglio, se raccontato bene, potrà sembrare interessante ma comunque non utile per risolvere i disperanti problemi delle nuove generazioni che non hanno più dei sogni da realizzare, chiusi nel cassetto.
Nei suoi 13 minuti, Sini riesce a rappresentarci tutta una serie di luoghi comuni che sono diventati tragicamente il comun denominatore della nostra cultura nei confronti della… Cultura.
A cosa ci serve leggere Platone? Quale utilità mi porta ascoltare Beethoven? Perché devo sprecare del tempo a leggere i classici, quando, quotidianamente, devo gestire un presente difficile e poco comprensibile.
Sini non si esime dal dare alcuni forti “schiaffoni” anche ai genitori, corresponsabili di un’educazione che considera ormai la cultura come un gadget eliminabile.
Vi suggerisco quindi la pazienza di ascoltare tutto il video del professor Sini.
Perché sono costretto ad invitarvi alla pazienza? Perché ormai siamo ridotti così: oltre i due minuti di lettura, siamo stufi, diventiamo distratti, non riusciamo più a concentrarci, passiamo ad altro. Tanto per continuare ad alimentare questo nostro angosciante stress del “non perderci nulla”.
Chiudo, ricordando a me stesso e a tutti voi, che uno dei professori più autorevoli del MIT di Boston sostiene che la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale avranno, è vero, sempre di più bisogno di ingegneri informatici. Ma il vero mestiere del futuro, quello di cui l’umanità avrà più bisogno, sarà quello dell’insegnante di filosofia: cioè quello dell’educatore che ci spiegherà le ragioni profonde della nostra vita, le relazioni virtuose che devono intercorrere tra gli esseri umani e i robot, come raggiungere la felicità, quella vera, senza perderci in tante stupide
e marginali “sirene” del presentismo di Internet.
A mio avviso, Sini, proprio nel solco della riflessione del guru americano dell’innovazione, ci da una grande lezione di vita, da meditare, rendere oggetto delle nostre discussioni estive e dei nostri progetti per il nostro futuro.
Buone riflessioni a tutti.
Buon ferragosto e buone vacanze.

 

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