L’ufficializzazione dell’incarico al nuovo Primo Ministro inglese Rishi Sunak si porta dietro una serie di considerazioni che vanno al di là del colore giornalistico sulla sua origine induista o sulla rilevanza della sua dichiarazione dei redditi. Pare che Sunak sia il Primo Ministro più ricco nella storia della Gran Bretagna con un patrimonio valutato in oltre 800 milioni di euro, il doppio di Re Carlo III! Sarà un incontro istituzionale tra due esordienti, quello che avverrà nelle prossime ore tra il sovrano Carlo III e il 42enne Rishi Sunak. Un esordio pieno di speranze per una parte degli inglesi e di preoccupazioni per altri. Proviamo ad elencare ed analizzare questa lezione di apparente efficienza democratica che ci arriva da oltre Manica.

Il sistema maggioritario inglese e la sua efficienza

Nel vivace e ormai quasi noioso dibattito italiano su quale potrebbe essere il miglior sistema elettorale per il nostro Paese, uno dei riferimenti più frequenti è proprio quello al modello inglese, quello del maggioritario puro cioé. Chi vince, anche solo per un voto, la domenica sera delle elezioni può già traslocare a Downing Street. Nell’ultima tornata elettorale Boris Johnson aveva trionfato sui laburisti e poi abbiamo visto come è andata a finire quella vittoria. Dopo di lui negli ultimi mesi si sono succeduti altri due Premier, Liz Truss, rimasta in carica “lo spazio di un mattino” e oggi Rishi Sunak. La Gran Bretagna, per la seconda volta in un mese, ha un Primo Ministro non eletto dal popolo ma scelto direttamente da quel partito di maggioranza che ha prevalso nell’ultima tornata elettorale.

Alla prova il sistema maggioritario britannico

Una procedura costituzionalmente corretta, ma che offre parecchi spunti polemici all’opposizione laburista (in grande vantaggio negli ultimi sondaggi) che invoca un ritorno immediato alle urne. Sunak, tra le altre varie e complesse situazioni che, come vedremo, cercherà di risolvere, dovrà anche dimostrare che il sistema maggioritario inglese che offre al partito di maggioranza la gestione, praticamente in monopolio, del premierato, non solo è costituzionalmente corretta, ma è anche rappresentativa ed efficiente come risultati.

La crisi di leadership dei Tories

Il 2022 è stato un anno terribile per i conservatori che dopo gli scandali che hanno caratterizzato l’ultima fase della presidenza di Boris Johnson hanno dovuto gestire la sua successione con fatica e terribili lotte interne. Un trend che non depone bene sulle sorti del partito e responsabilizza ancora di più il nuovo leader e il suo governo. Da quanto si è potuto leggere sulla stampa inglese, sembra quasi che i conservatori non vogliano accettare la dura realtà della confusione e mancanza di leadership che contraddistingue questo difficile momento politico per l’Inghilterra. Dalla Brexit in poi, sono state proprio le inadeguate visioni strategiche del governo e le contraddittorie politiche economiche adottate ad evidenziare a tutto il mondo le difficoltà della classe dirigente inglese di cooptare una leadership adeguata alla complessità di questo terzo millennio.

Insomma, per noi italiani, la consolazione che “tutto il mondo è paese” e che, al di là delle copertine più o meno divertenti o di cattivo gusto dei più autorevoli giornali inglesi, il tema della formazione delle classi politiche non è soltanto una criticità italiana, ma riguarda anche molti paesi europei. Il partito conservatore inglese più che cambiare i propri leader con frequenza, dovrebbe fare una profonda autocritica sulle decisioni assunte negli ultimi anni.

La crisi economica in Gran Bretagna

Il futuro a breve del nuovo Primo Ministro inglese sarà tutto in salita. L’inflazione è ormai a due cifre e i rendimenti sui titoli di stato sono alti e costituiscono il miglior segnale che la crisi finanziaria del Regno Unito è ben lontana dall’essere risolta. I mercati sono nervosi e la sterlina perde valore. Rishi Sunak dovrà ricostruire una fiducia interna e soprattutto internazionale. Molti osservatori temono che le conseguenze della Brexit finiscano per trasformare l’Inghilterra nel “grande malato d’Europa”! Gli ultimi governi dei conservatori hanno puntato dopo l’emergenza sanitaria e lo scoppio della guerra in Ucraina, sulla crescita e sulla produttività, caratterizzando, secondo i critici, le manovre di politica economica con delle svolte iper-liberiste.

Tutte le misure previste (dall’aumento della spesa pubblica ai tagli delle aliquote fiscali) hanno però ottenuto l’effetto opposto scatenando il panico tra i risparmiatori inglesi e gli investitori stranieri. L’Inghilterra, il prossimo anno, sarà probabilmente il “fanalino di coda” per crescita del PIL di tutti i paesi del G7. Insomma, uno scenario difficile e complesso che impone al nuovo Primo Ministro delle politiche rigorose ma nello stesso di rilancio dell’economia.

Chi è il nuovo leader?

Come hanno già scritto in molti, Rishi Sunak è figlio di indiani induisti immigrati dall’Africa orientale in Inghilterra. Si è laureato ad Oxford in filosofia politica ed economia. Dopo un master a Stanford, in California, in business administration, Sunak è entrato nel mondo di Goldman Sachs e si è dedicato alla finanza. Ha sposato una ricchissima ereditiera, figlia di un miliardario indiano, dalla quale ha avuto due figli. Sunak ha un profilo diverso da quello tipico dei conservatori inglesi: sarà il primo Premier non bianco della storia del Regno Unito e il più giovane dai tempi di Napoleone. Questa estate, a seguito delle dimissioni di Boris Johnson, ha perso il confronto all’interno del partito conservatore con Liz Truss e oggi, dopo il clamoroso fallimento della sua antagonista, ha di nuovo davanti a sé l’occasione per diventare il primo figlio di immigrati indiani a risiedere al n. 10 di Downing Street.

Da Cancelliere dello Scacchiere a Primo Ministro

Dal 2020 al luglio del 2022 ha ricoperto l’incarico di Cancelliere dello Scacchiere, in pratica il Ministro del Tesoro di Boris Johnson. Ed è proprio in quel biennio che Sunak si è conquistato il consenso degli elettori inglesi grazie ad una gestione attenta dell’economia durante la crisi pandemica. Fu lui uno dei principali registi della caduta di Boris Johnson che non glielo perdonerà mai.

La lezione inglese

Il fallimento di Liz Truss è causato, come ha rilevato anche Carlo Cottarelli nei giorni scorsi, da una sottovalutazione dei vincoli che esistono ormai in ogni stato del mondo nella gestione della finanza pubblica. La lezione inglese ci insegna che i deficit pubblici trovano ormai difficoltà di finanziamento non solo nei paesi emergenti, ma anche in quelli avanzati. Proprio la Gran Bretagna oggi ha capito che il vincolo di bilancio esiste eccome! Tra l’altro, esiste non solo nella gestione degli aumenti di spesa, ma anche per gli eventuali tagli di tasse. Proprio su questo tema è crollato miseramente il progetto politico di Liz Truss. L’attuale contesto economico ci segnala anche un dato apparentemente nuovo: i vincoli di bilancio esistono anche per quei paesi che hanno una loro banca centrale, come appunto la Banca d’Inghilterra. Le banche centrali possono stampare soldi, e quindi, in qualche modo, attenuare il vincolo di bilancio.

Il riscatto degli induisti nel mondo

Se però diventano dei bancomat dello Stato, alla fine l’inflazione esplode e i governi vengono dimissionati dai cittadini. Ultimo aspetto da segnalare riguarda un tema oggetto di discussioni anche nel nostro paese. Nel mondo dell’economia e della finanza conta la credibilità di una leadership. Senza credibilità i mercati prima o poi ti giocano contro. Negli ultimi 20 mesi abbiamo visto cosa sia riuscito a fare Mario Draghi in termini di rivalutazione dell’immagine e della fiducia dei mercati internazionali verso l’Italia. Oggi, a Londra, si vive lo stesso incubo che abbiamo vissuto noi italiani nel gennaio del 2021 quando in piena pandemia e avendo perso la credibilità internazionale, eravamo davvero a rischio di iniziare una deriva irreversibile.

Mario Draghi è riuscito con la sua storia, la sua competenza, la sua reputazione internazionale a invertire quel trend e a rimettere l’Italia orgogliosamente seduta al tavolo dei potenti a manifestare le proprie opinioni e i propri progetti. In Gran Bretagna la speranza è che Rishi Sunak faccia lo stesso miracolo. In ogni caso, il sogno di Gandhi, del grande riscatto degli induisti nel mondo, si sta avverando!

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