Avevamo denunciato su queste colonne, proprio alla vigilia del voto del 25 settembre, lo scempio del meccanismo di votazione per i nostri connazionali all’estero.

La denuncia, insieme a quella di  molti altri concittadini stufi e amareggiati di assistere ad uno spettacolo vergognoso, è arrivata finalmente in Parlamento.

Che la legge sul voto degli italiani all’estero fosse da tempo oggetto di brogli o, comunque, di cattiva gestione era una circostanza conosciuta e oggetto di polemiche.

Si parlava di schede elettorali a disposizione di tutti, come fossero bollettini premarcati, nelle bacheche della posta; di plichi con credenziali e istruzioni per il voto consegnate a chiunque, senza alcun accertamento dell’identità del votante; di schede fasulle ristampate in casa con tanto di errore di ortografia lampante; di voti resi da un famigliare, a nome e per conto degli altri.

Tutto ciò senza contare le immagini della sala degli scrutini con una confusione degna di un magazzino o di un mercato rionale.

I brogli erano sulla bocca di tutti ma mai nessuno aveva preso “carta e penna” denunciando tali illeciti. Lo avevamo fatto noi dell’Incontro sperando finalmente di aprire l’armadio della “vergogna”.

Ci ha pensato anche “Striscia la Notizia” che ha denunciato la scorsa settimana questo scandalo che ha fortemente contaminato il risultato elettorale dei nostri concittadini all’estero.

Ad oggi, in base ai risultati, formalmente dichiarati definitivi dalla Suprema Corte, otto seggi (quattro al Senato e quattro alla Camera) sono andati al PD, due (solo alla Camera) al Centro Destra e uno ciascuno a Cinque Stelle e al Movimento degli Italiani all’Estero.

La Presidenza del Consiglio ha dato mandato all’avvocato ligure Enrico Nan, già deputato e candidato del Centro Destra nella circoscrizione comprendente Asia, Oceania e Africa di denunciare i brogli alla competente giunta del Parlamento: “Queste cose – ha detto l’avvocato Nan a Il Giornale – le avevo già denunciate prima che accadessero sulla base delle testimonianze raccolte. Ora il Presidente del Consiglio mi ha incaricato di presentare al Parlamento una denuncia dettagliata per valutare quanto accaduto. Ci sono stati casi più gravi di brogli per i quali chiediamo chiaramente l’annullamento del voto all’estero e la convocazione di nuovi comizi elettorali. In altri casi, chiediamo il riconteggio”.

In quanto tempo si potrà avere il verdetto della Giunta del nostro Parlamento?

“Il Parlamento – ha dichiarato Nan – è sovrano in questo senso. Vige la cosiddetta autodichia, una sorta di autodeterminazione del Parlamento per decidere in queste situazioni. Mi auguro che la Giunta del Parlamento si pronunci entro una decina di mesi sottoponendo il giudizio all’aula. In caso di accoglimento del ricorso dovranno essere rifatte le elezioni all’estero”.

Al di là degli esiti della denuncia del legale, bisognerebbe comunque mettere mano alla disciplina del voto degli italiani all’estero non per abolirla, ma per renderla più trasparente e soggetta a degli stringenti controlli sull’identità dei votanti.

Ormai esistono sistemi elettorali molto evoluti e sicuri che utilizzano strumenti forniti dalla tecnologia più moderna, come il riconoscimento facciale che consente di far votare i cittadini a distanza e in piena sicurezza.

Grazie dunque, ancora una vota, ai giornalisti di Striscia la Notizia che si dimostrano tra i pochi a realizzare davvero inchieste “scomode” che fanno venire a galla vecchi scandali ancora vigenti nel nostro Paese e rimasti nel generale oblio.

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