Lo psico dramma dei balneari non ha fine!

E’ stata scritta un’altra puntata giudiziaria che blocca ogni tentativo di proroga delle concessioni.

Ogni proroga si pone in frontale contrasto con la direttiva Bolkestein e va conseguentemente disapplicata da qualunque organo dello Stato” ha sancito una sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto l’ulteriore proroga fino al 2024/2025 decisa dal Decreto Milleproroghe approvato in data 24 febbraio.

I giudici amministrativi sono intervenuti su un ricorso presentato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro il Comune di Manduria in merito ad una sentenza del Tar della Puglia del 2021 sulla proroga di alcune concessioni marittime al 2033, decisa appunto dal Comune di Manduria.

Il Consiglio di Stato ha ribadito come “Le concessioni demaniali rappresentano autorizzazione di servizi ai sensi dell’art. 12 della Bolkestein e come tali sono sottoposte all’obbligo di gara”.

Nella motivazione della sentenza si legge anche che in caso di contrasto tra la normativa nazionale (il Decreto Milleproroghe appunto) e quella europea (la direttiva citata) “deve darsi precedenza alla seconda con conseguente necessità che tutte le autorità dello Stato membro disapplichino la norma interna a favore di quella sovranazionale”.

Le prossime puntate si scriveranno a breve: il 20 aprile è prevista la pubblicazione della nuova sentenza della Corte di Giustizia europea.

Fonti autorevoli hanno già sintetizzato quello che sarà l’orientamento dei giudici del Lussemburgo: è accertato l’inadempimento del governo italiano, da ben 15 anni ovvero da quando la Direttiva Bolkestein sulla concorrenza è diventata parte del sistema normativo dei 27 membri dell’Unione Europea.

A seguito della sentenza della Corte di Giustizia, la Commissione Europea di Bruxelles emanerà un parere motivato che darà il colpo di grazia al contenuto del Milleproroghe: le gare dovranno essere indette entro il 31 dicembre del 2023.

Per correttezza informativa, evidenziamo anche la tesi delle associazioni di categoria dei balneari: “Noi rivendichiamo il diritto del nostro Parlamento a legiferare e invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste (la scadenza è prevista per il prossimo 31 luglio 2023).

Secondo i rappresentanti dei balneari tale mappatura dimostrerà che le coste italiane non possono essere considerate una risorsa scarsa e, di conseguenza, le concessioni demaniali non rientrano nella direttiva Bolkestein.

E’ necessaria – sempre secondo le associazioni – una legge di riforma organica che effettui un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggior concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti.

Abbiamo anche avuto l’opportunità di approfondire il contenuto di questo psicodramma nazionale chiacchierando con un balneare, titolare di una concessione pluriennale sulla nostra costa ligure.

Ne è venuta fuori una soluzione, a nostro avviso ragionevole, che porrebbe fine ad uno scandalo giuridico-economico non più sopportabile.

Le gare si dovranno fare e i bandi dovranno prevedere che, qualora l’attuale titolare della concessione abbia effettuato degli investimenti documentati e non ancora completamente ammortizzati, abbia diritto al rimborso delle quote di ammortamento non ammortizzate da parte del nuovo aggiudicatario.

Sembrerebbe che tale ipotesi non sia gradita alle associazioni di categoria che premono per una ulteriore resistenza ai diktat europei e alle nostre magistrature interne.

Un giorno bisognerà che qualcuno si prenda la briga di scrivere un instant book con la storia di un Paese che soffre di rilevanti problemi di finanza pubblica e di supporto da parte di Bruxelles e che invece si ritrova “nell’angolo” a causa non più di 250 mila italiani coinvolti nella filiera delle concessioni balneari.

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