“L’attualità mondiale ci impone una riflessione su quanto accadde cent’anni fa: conoscere quegli avvenimenti ci permette, ciascuno con le proprie opinioni, di leggere meglio quello che oggi abbiamo intorno e ciò che potrebbe accadere domani”. Così Riccardo Rossotto, avvocato e storico, introduce le lezioni che terrà per tre lunedì da dopodomani al Circolo dei Lettori (ore 18, ingresso a 5 euro) per analizzare il triennio 1920-1922. Il titolo del ciclo è Genesi di una dittatura, 1920-1922: perchè nessuno se n’è accorto? L’idea è portare lo sguardo indietro di un secolo per raccontare gli avvenimenti del nostro Paese, operazione già compiuta lo scorso anno, quando Rossotto raccontò la fine della Prima guerra mondiale e il Trattato di Versailles. “Non credo ci siano analogie tra oggi e un secolo fa -spiega- perchè i contesti internazionali ed economici sono diversi, però accendo una luce rossa su un certo tipo di atteggiamento di quella classe dirigente politica ed economica. Cent’anni fa sottovalutò il rischio di certe derive, pensava di includere il fascismo in un sistema democratico e ne fu travolta”. Nella prima lezione, Rossotto parlerà del 1920, citando anche il 1919 e ricostruendo il clima politico nel quale il fascismo trovò terreno fertile per attecchire e svilupparsi, complice una politica che intendeva sfruttare l’agitazione prodotta dagli estremismi. “Questo dovrebbe farci riflettere – aggiunge Rossotto -, attenzione a usare certi movimenti di protesta, perchè poi non è detto che la gestione sia conforme alle speranze”. Nel suo racconto entreranno diversi personaggi, dal “Vate” Gabriele D’Annunzio, “che con i suoi discorsi aulici riusciva a stuzzicare lo stomaco di gente che aveva dei malesseri economici o che tornava dalla guerra”. Oggi si chiamerebbe “storytelling”. Poi il Re Vittorio Emanuele III, il quale, racconta Rossotto, “dà il mandato a Mussolini per evitare una guerra civile, ma anche per evitare che suo cugino, il duca D’Aosta, tentasse di sostituirlo. Anche lui pensava che avrebbe potuto gestire il fascismo”. Infine Benito Mussolini, alla ricerca di un appoggio politico che, dopo la porta chiusa dai socialisti, si spostò a destra. “Si muoveva – conclude lo storico – in base allo stomaco della gente. In generale, quindi, è meglio andare a studiare la storia per capire cosa succederebbe se, su argomenti così delicati, non si prestasse la giusta attenzione”. Le lezioni saranno intervallate dalle letture di Anna Abate.

Corriere Torino 2020_02_08

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