Questa notte ho fatto un brutto sogno: assistevo in diretta televisiva alla votazione dei paesi membri dell’Unione Europea per l’accordo sul bilancio 2021-2027 e per il lancio definitivo del Next Generation Fund, quello dei 750 miliardi di euro che per una gran parte (220 miliardi) dovrebbero arrivare in Italia.

Quando tutto sembrava risolto e le procedure di votazione si stavano concludendo, gli ambasciatori di Ungheria e Polonia bloccavano la votazione, sostanzialmente impedendo all’Unione Europea di varare sia il budget 2021-2027 sia il lancio del fondo denominato Next Generation.

Svegliatomi di soprassalto tiravo un sospiro di sollievo perché mi rendevo conto che era stato soltanto un brutto sogno, probabilmente dettato dal pessimismo dilagante in questo momento di depressione generale.

Ma non era così!

All’apertura dei giornali di questa mattina, la tragica e inaccettabile fotografia delle situazione.

Orban e Morawiecki hanno ordinato infatti ai propri ambasciatori presso l’Unione Europea, di bloccare la cosiddetta rule of law e cioè il legame formale tra l’esborso dei fondi europei e il rispetto dello stato di diritto da parte di tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

La norma è passato lo stesso a maggioranza qualificata ma gli ambasciatori di Budapest e Varsavia hanno stoppato gli altri due testi che prevedevano invece l’unanimità dei consensi.

Hanno, in altre parole, bloccato l’accordo sul bilancio 2021-2027 da 1.074 miliardi di euro, il presupposto per il lancio del Next Generation Fund e l’aumento dei massimali delle risorse proprie di Bruxelles, fondamentale per garantire sui mercati gli Euro Bond e raccogliere i 750 miliardi previsti e condivisi.

Adesso la situazione è in stallo: la prima conseguenza è quella che i fondi, se arriveranno, arriveranno comunque più tardi della primavera 2021 e questa è una tragica notizia per molti dei paesi membri (come l’Italia) soffocati dai disastri economici della pandemia sanitaria.

Inizia ora una lunga e complessa negoziazione che alla fine, probabilmente, come si augurano tutti, porterà forse anche ad un accordo.

In ogni caso siamo di fronte ad uno spettacolo scandaloso: gli europei del III millennio sono ricattati da due governi che non accettano come “condizionalità” per ricevere i contributi europei, la garanzia di gestire i propri cittadini attraverso “lo stato di diritto”, il rule of law.

Uno scenario che se soltanto avessimo ipotizzato qualche anno fa, ci avrebbero ricoverato in un manicomio immediatamente.

Speriamo sia soltanto un passaggio sgradevole e spinoso e che non rappresenti invece una pericolosa tendenza al ritorno a regimi che nulla hanno a che fare con la democrazia.

L’Europa non può accettare un simile ricatto!

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