Due libri recentemente usciti in Italia ci possono aiutare a dipanare la matassa del Grande Gioco in pieno movimento.

Maurizio Molinari e Lucio Caracciolo, due specialisti di politica estera hanno dato alle stampe i loro ultimi due saggi che “mettono le mani” nella tragica ma avvincente complessità del nostro mondo, di oggi ma guardando anche e soprattutto al domani.

Nella confusione che ci circonda, con i dubbi concreti di essere sempre sul precipizio di un baratro atomico, i due giornalisti ci prendono per mano e ci conducono all’interno delle varie mosse militari, politiche e diplomatiche che le varie Nazioni stanno realizzando sulla scacchiera mondiale.

Ci forniscono informazioni e strumenti per comprendere meglio cosa stia accadendo intorno a noi e ci offrono chiavi di lettura sui prossimi, possibili, scenari.

Proprio per questo, chi è interessato ad investigare sul Grande Gioco del 3° millennio, non può fare a meno di leggere questi due volumi.

Offrono uno stimolante “spaccato” del nostro mondo da cui ciascuno di noi può trarre le sue conclusioni.

Certo, con una riflessione di fondo: ma perché, per avidità, sete di potere, manie di grandezza, derive psicopatiche, invece di occuparci di progresso, sostenibilità, qualità della vita di tutti, non solo di alcuni, ci siamo cacciati in un buco nero dal quale facciamo fatica ad uscire?

Il ritorno degli imperi” – Rizzoli

Molinari parte dalla constatazione che gli imperi che pensavamo definitivamente crollati alla fine della Prima Guerra Mondiale in realtà sono ancora protagonisti dell’attualità.

E’ davanti agli occhi di tutti come il mondo sia controllato da quattro grandi potenze che assomigliano molto agli imperi ottocenteschi.

Stiamo parlando ovviamente di Russia, Stati Uniti, Cina e, con qualche difficoltà, anche della nostra Unione Europea.

Negli ultimi mesi, con la guerra in Ucraina, lo scenario è cambiato: è riesploso un conflitto militare che pensavamo facesse parte della storia passata.

Una guerra di invasione voluta e programmata da uno dei quattro grandi che al di là delle strumentali motivazioni identitarie addotte, rappresenta un esempio classico di imperialismo moderno.

Questa guerra ha scatenato una contesa militare che secondo l’autore ha come posta in gioco finale la leadership globale del mondo.

Molinari ci spiega con delle mappe geografiche di grande efficacia divulgativa, che cosa stia succedendo nel mondo, rendendoci partecipi dei rischi che stiamo correndo.

Tra l’altro, ricordandoci che il nostro Paese proprio per la sua collocazione geografica, ha un ruolo fondamentale nel ridisegno delle geomappe, soprattutto con riferimento al Mar Mediterraneo.

La guerra in corso non è solo il ritorno di un conflitto nel nostro continente, segna anche il livello della sfida – drammatica – tra democrazie e autocrazie”.

La pace è finita” – Feltrinelli

Anche Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ci aiuta ad entrare nel caos di questo “mondo matto” come lo definisce lui.

Rispetto a Molinari, Caracciolo è molto meno ottimista sul ruolo e sul futuro dell’Europa unita: “L’Europa, al di là dell’idea – ha dichiarato recentemente – non esiste, tant’è che ha segnalarne la genericità, nel libro scrivo LEUROPA, senza apostrofo. E’ nata per iniziativa americana, dal Piano Marshall alla Nato, ed è stata tenuta insieme da una loro attiva presenza. Tant’è che ora che questa presenza è in declino vengono fuori i singoli interessi, particolari e inconciliabili. Si vede soprattutto con i paesi dell’Est, che stanno vivendo la loro fase risorgimentale: avremmo preteso da Mazzini e Cavour, non appena conquistata la sovranità, scioglierla in un modello pensato da altri?”.

Caracciolo affronta anche nel dettaglio un tema che si sta diffondendo a livello europeo e cioè la necessità per alcuni, di abbandonare una posizione supina, di sudditanza con gli Stati Uniti cercando di portare avanti un discorso autonomo e indipendente degli europei.

Caracciolo è convinto che le sanzioni economiche a carico della Russia abbiano causato più problemi a noi europei che non agli americani.

Dobbiamo però, secondo l’autore, prendere una decisione di fondo: “Vogliamo che voi (N.d.A.: ucraini) resistiate, esistiate innanzitutto, ma stabiliate dove volete/potete arrivare. Se alla fine avremo milioni di ucraini in giro per il mondo e un paese alla fame, i primi a pagare saranno gli ucraini”.

Emerge dal saggio di Caracciolo uno scenario per il 2023 tutt’altro che positivo per l’Europa. L’autore prevede tensioni  molto forti tra i membri dell’Unione soprattutto oggi quando torna in discussione il contenuto del Patto di Stabilità, sospeso dai tempi della pandemia fino al 31.12.2023.

Soprattutto l’Italia rischia che la nuova disciplina del Patto, visto il suo debito pubblico colossale, possa contaminare la nostra politica e la nostra economia a breve-medio termine.

Sulla fine della guerra non si fa illusioni: “Se continuiamo a parlare di Donbass e Crimea non si va da nessuna parte – scrive – bisognerebbe smettere di sparare e incominciare a discutere. L’Ucraina non può rinunciare ai confini del 1991, così come la Russia non può tornare dov’era prima del 24 febbraio. Dovremo convivere con questa situazione ancora a lungo”.

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