L’attualità politica ci costringe ad una riflessione. Come sapete, Pickett ha sempre volutamente evitato di entrare nel dibattito politico-partitico in quanto già oggetto di tutti i media nazionali e internazionali. Ci siamo occupati in questo blog di trattare questioni più alte, non legate alla contingenza politica caotica del quotidiano. Ci pare però interessante socializzarvi gli esiti di una ricerca che verrà pubblicata a giorni sulle aspettative/i sogni/i bisogni/gli auspici dello “smarrito” popolo della Sinistra in senso lato, uscito malamente dal confronto elettorale del 4 marzo u.s.

È interessante il quadro che emerge da questa ricerca realizzata da una rete di ricercatori e attivisti operativi sotto la denominazione “il Cantiere delle Idee”. Le conclusioni del lavoro saranno presentate a Firenze il prossimo 19 maggio in occasione di una assemblea pubblica mirata proprio a fare il punto sul ruolo della Sinistra nel nostro contesto politico e sociale di questo complesso 2018.

La ricerca è stata sviluppata sul presupposto di cercare di capire come mai la Sinistra, non solo italiana ma anche europea, non abbia saputo intercettare il malessere crescente nelle varie comunità dei suoi elettori, soprattutto nelle zone più povere dei vari paesi. Come mai, in altre parole, un elettorato tradizionalmente portato a votare i partiti della Sinistra abbia scelto o di “rimanere a casa” o di “accasarsi”, almeno transitoriamente, presso i movimenti sorti su una matrice populista e anti europeista. In Italia il classico esempio del Movimento 5 Stelle e/o della Lega.

Secondo gli autori della ricerca, nonostante le Sinistre abbiano tentato di intercettare l’onda lunga di questo malessere, esse sono apparse, nella migliore delle ipotesi, “copie sbiadite del loro passato”.

Il lavoro realizzato dal team del Il Cantiere delle Idee parte da due considerazioni: (i) la Sinistra fa sempre più fatica a raggiungere il voto popolare; (ii) da anni i media e forze politiche in qualche modo riconducibili alla Sinistra insistono ad individuare con il termine “il popolo” i ceti popolari o le classi più deboli, pensando di conoscerne le necessità, le loro rivendicazioni inascoltate, i loro malesseri e i loro sogni. Nessuno però si è fatto carico di andare ad ascoltare direttamente e in modo approfondito le loro “grida di dolore”, al di là di sondaggi più o meno … mal fatti.

Il team del Cantiere delle Idee ha preso dunque “carta e penna” ed è andato nelle periferie delle nostre città ad intervistare il cosiddetto popolo dei ceti più deboli e più colpiti dalle varie crisi economiche e sociali degli ultimi anni. Ha intervistato gli abitanti di quattro quartieri popolari di Milano, Firenze, Roma e Cosenza cercando quindi di avere poi un campione significativo di tutto il territorio nazionale. Il dialogo con gli intervistati è stato dunque il frutto di conversazioni incentrate sulla loro condizione sociale, sul modo in cui la vivono, sulle figure sociali a cui attribuiscono le responsabilità dei loro problemi, del loro quartiere, delle città in cui vivono; su ciò che pensano della politica esistente e di quella che vorrebbero; di come auspicherebbero fosse il ruolo dello Stato e dell’economia.

Pickett ha potuto leggere i risultati di tale pregevole lavoro realizzato con pazienza, determinazione e professionalità. Eccovi una sintesi di quanto contenuto nella ricerca.

I risultati dell’indagine possono essere divisi per punti. Eccoli, riassunti per argomenti trattati.

  • La Sinistra, come riferimento politico, è considerata praticamente inesistente! La domanda viene addirittura non compresa da alcuni intervistati. Si fa fatica a collocare qualche sigla politica nell’ambito dello schieramento progressista.
  • L’attuale contesto politico/partitico italiano dà luogo a sfiducia, disistima, quasi disprezzo; all’assenza di aspettative e di identificazione con qualche partito. Non ci sono leader che riscuotono autorevolezza o stima. Se si vota, si vota “contro” qualcosa o qualcuno, senza grandi aspettative.
  • Però…. e il dato è, per certi versi, sorprendente, viste le precedenti risposte, si vota! Le istituzioni sono fondamentali per la convivenza pacifica e tutti auspicano che tornino ad essere efficienti e utili. Viene confermata dunque una fiducia nella democrazia e nei suoi modelli attuativi di rappresentanza. Emerge una gran voglia di una politica nuova gestita da una classe dirigente moderna, professionale e trasparente. La dura e rabbiosa contestazione alla politica attuale non ha distrutto la speranza di una politica nuova “alta e bella”.
  • C’è una grande nostalgia dello Stato, quello Stato che dovrebbe guidare la comunità dei cittadini tra i marosi di un contesto complesso come quello attuale, figlio di una globalizzazione subita e non gestita. Uno Stato che dovrebbe aiutare le categorie più colpite dalla crisi e risolvere i problemi più gravi e immediati: il Lavoro è nettamente al primo posto delle priorità espresse dagli intervistati. A seguire, nella lista delle priorità da risolvere, il livello del Reddito, le Disuguaglianze, la Casa, la Sicurezza in senso lato. Si auspica che lo Stato possa ridare forma ad una società che oggi è vissuta come informe e pericolosa, con individui lasciati soli a sé stessi che appaiono “sfuggenti e senza volto”. Il grido che emerge dalla ricerca è costituito dalla speranza che lo Stato riprenda il suo ruolo centrale di regista nel tenere insieme le persone e le comunità dando sicurezze e speranze prospettiche.

Per ulteriori approfondimenti sul contenuto della ricerca si può consultare la pagina di Facebook “Il Cantiere delle Idee”.

Una fotografia dunque forte ma molto realistica della nostra comunità. Una fotografia sulla quale dovrebbero meditare tutti quelli che si candidano a gestire il nostro domani politico.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.