Il tema è agghiacciante. Abbiamo già trattato in diverse occasioni i pregi e i difetti che deriveranno all’umanità dall’implementazione della cosiddetta intelligenza artificiale e cioè dalla costruzione di robot che, via via, sostituiranno gli esseri umani in molte mansioni.

Ci siamo già dedicati, con preoccupazione e attenzione agli impatti che questa rivoluzione tecnologica, ricordiamolo bene, già in atto, comporterà in termini di perdita di posti di lavoro.

Abbiamo poi approfondito quelli che potrebbero essere i nuovi mestieri nascenti appunto dall’evoluzione di questa tecnologia collegata al digitale. Siamo sinceri: una speranza più che una certezza!

Oggi per arricchire ancora di più il quadro delle nostre riflessioni, speriamo sempre non solo passive ma anche pro attive, vi proponiamo un contributo del nostro amico Piero Paganini, una vecchia conoscenza di Pickett, l’editore del blog denominato Competere. Paganini ci evidenzia altre aree di rischio collegato con l’avvento della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Con la sua solita e pregevole attenzione all’innovazione, Paganini ci sollecita approfondimenti in aree in cui gli sviluppi dell’intelligenza artificiale potrebbero portare effetti devastanti per la nostra convivenza mondiale.

Buona riflessione a tutti.

***

Lancio una riflessione partendo da uno studio pubblicato di recente e dal saggio che Luca Bolognini presenterà tra qualche settimana (Rubettino) con mia prefazione e di cui proporremmo certamente un’analisi: quando l’Intelligenza Artificiale (AI) interferirà sulle nostre scelte e azioni politiche?

PNR ha affrontato la questione AI-lavoro in molteplici occasioni. L’AI come minaccia per i posti di lavoro o come opportunità per produrre di più e vivere meglio – ripensando il lavoro. Ma ci sarebbe una minaccia ben più seria e pericolosa: l’uso malevolo e criminale dell’AI.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   L’intelligenza artificiale potrebbe essere usata per colpire l’uomo e il suo ambiente, creando danni gravi.

Oggi è ancora poco accessibile, complicata e costosa. In futuro algoritmi e software potrebbero essere più facilmente accessibili e utilizzabili per manipolare asset importanti: dagli arsenali nucleari ai dispositivi che consentono il buon funzionamento delle parti vitali di esseri umani.
Siamo ormai consapevoli:

  • degli attacchi cyber;
  • della propaganda automatizzata per condizionare nostre scelte o screditare qualcuno;
  • dell’improvvisa violenza criminale di un robot giardiniere o delle pulizie nei nostri confronti.

Il controllo degli algoritmi da parte dell’uomo e la loro sicurezza è perciò cruciale. Almeno, fino a quando gli algoritmi saranno programmati da noi. Quando saranno le stesse macchine a farlo, la questione sarà ancora più problematica.

LE REGOLE   Servono, quindi, regole chiare. Non potevano certamente essere un tema da campagna elettorale, ma è bene che si cominci a rifletterci sopra.

LIBERTÀ’ E POTERE   Il maggiore o minore controllo degli algoritmi condizionerà il nostro grado di libertà. Governi ostili alla Società Aperta potrebbero certamente impiegarli per ragioni geopolitiche pericolose, come in parte già fanno con sistemi molto meno sofisticati. L’algoritmo, diventa quindi uno strumento di potere. Per gli storicisti gli algoritmi potrebbero essere il capitale e i mezzi di produzione del futuro.

Noi esseri umani, come Bolognini ben argomenta, siamo propensi per natura, a delegare molte nostre funzioni alle macchine, cedendo pezzi del nostro libero arbitrio. Così il controllo dell’algoritmo diventa un modo per influenzare le nostre scelte e quindi la nostra libertà.

Riflettiamoci, in attesa di un Governo. Chissà quando avremo un Governo delle Macchine? O le Macchine in Parlamento? Evitiamo battute, visto che la mediocrità della classe dirigente è stato il tema della settimana.

Buona settimana, da Brussels

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Comments (1)
  1. Carlo Melzi d'Eril (reply)

    5 Marzo 2018 at 19:43

    Sono stato recentemente ad un incontro organizzato da AMBROSETTI sul futuro del lavoro nel 2050 .
    In effetti è davvero angosciante quello che potrebbe succedere. Poi ho pensato che il 2050 non lo vivrò più e in un certo senso per fortuna. Ma i cambiamenti radicali si attendono già per il 2010 / 2022 e allora mi sono preoccupato e mi sono un po’ angosciato specie pensando ai miei figli e ai nipoti che verranno dopo di noi.
    Ci saranno intere generazioni che nasceranno e vivranno senza poter mai lavorare e saranno totalmente a carico dello Stato per tutta la loro vita. Pazzesco e inconcepibile ! Hanno presentato nel seminario una fabbrica in Cina di 60.000 dipendenti che ora funziona con i robot comandati da 500 tecnici specializzati.
    Mi chiedo poi chi produrrà i consumi per poter acquistare i beni prodotti dai robot ? L’unico pensiero che mi un po’ rasserenato è stato ricordare come nel passato molti vedevano con sgomento e preoccupazione la nascita della locomotiva . Certo prepariamoci e prepariamo i giovani a sconvolgimenti epocali.

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