C’è, di nuovo, voluto Francesco a scoprire l’acqua calda!
A Davos, nel super summit mondiale dei Grandi della terra, si parla, proprio in queste ore, di Intelligenza Artificiale e delle sconvolgenti rivoluzioni che si porterà dietro nei prossimi mesi, anni per le nostre vite, abitudini e comportamenti.
In un messaggio scritto ai potenti e presunti “intelligentoni” del Villagio Globale il Papa ha semplicemente scritto: “L’intelligenza artificiale, la robotica e le altre innovazioni tecnologiche devono essere impiegate a servizio dell’umanità e alla protezione della nostra vita sulla terra, piuttosto che diventare una minaccia come alcune valutazioni purtroppo prevedono”.
La crescita della disoccupazione, l’aumento di varie e nuove forme di povertà, l’allargamento del divario socio-economico tra diverse parti della terra e nuove forme di schiavitù sono i grandi temi affrontati dal Santo Padre nel messaggio indirizzato al Presidente del Forum di Davos, Klaus Schwab. L’innovazione tecnologica deve aiutarci ad affrontare e risolvere questi temi da protagonisti, da driver, da soggetti che valorizzano la ricerca e il progresso e non la subiscono.
L’intelligenza artificiale, come Pickett scrive da tempo, può essere una grande opportunità: basta affrontarla in maniera proattiva, dentro un perimetro etico condiviso e rigoroso, non gestendola nell’ottica esclusivamente speculativa di una maggior produttività dei nostri sistemi industriali.

“Bisogna creare lavoro e promuovere la giustizia sociale” ha scritto il Papa al termine del suo messaggio.
Questa è la sfida che ci impone di considerare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale come un’occasione da sfruttare aggredendola e non subendola, diventandone schiavi. Abbiamo visto troppi film di fantascienza in cui i robot hanno, a un certo punto della narrazione, preso in mano le “redini del gioco” e reso gli umani sudditi e schiavi. Di cosa abbiamo bisogno per evitare questo rischio purtroppo non così lontano e non più solamente isolato nei film di fantascienza?
Torniamo ad un sano buon senso, ad una sana, lucida e solidale visione di come dovrebbe andare il mondo.

Grazie Francesco di avercelo ricordato.

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